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Innovazione digitale

Big data, c’è una via cooperativa (e inclusiva)

"Cooding" è la prima conferenza internazionale dedicata all’innovazione digitale cooperativa. Ne abbiamo parlato con Piero Ingrosso, presidente di Fondazione Pico - Digital Innovation Hub di Legacoop

di Alessio Nisi

Se il digitale non ha confini, perché non utilizzare questa sua prerogativa per unire i puntini, fare massa critica con le cooperative non solo italiane e provare a tracciare nuove rotte? L’approdo? Tecnologie inclusive, che non lascino indietro nessuno, una gestione etica dei Big Data, una governance democratica delle piattaforme (non più terreno senza regole, ma spazio di compartecipazione: tavolo a cui siedono le grandi aziende del tech e i territori). Sono un po’ queste le premesse con cui è stata ideata e si delinea Cooding, conferenza internazionale sul digitale delle cooperative, in programma a Bologna 29 e 30 settembre. Ne abbiamo parlato con Piero Ingrosso, presidente di Fondazione Pico – Digital Innovation Hub di Legacoop Nazionale, che ha contribuito a organizzare e promuovere l’iniziativa. 

Torinese, 48 anni, direttore dell’area innovazione, promozione e digitale di Coopfond, Ingrosso è anche vicepresidente di Alma Vicoo il centro universitario per la formazione e la promozione cooperativa fondato da Università di Bologna e Legacoop Bologna, dove dal 2015 ha seguito progetti per la trasformazione digitale e per lo sviluppo di piattaforme cooperative, programmi di open innovation e di alta formazione universitaria.

La sfida del digitale vuol dire oggi affrontare la complessità 

Piero Ingrosso – presidente di Fondazione Pico

Un esempio di approccio etico al digitale? «C’è Fairbnb, una piattaforma nata per cercare una risposta cooperativa ai bisogni della comunità, in risposta ad Airbnb». La società di  Brian Chesky non ha valutato l’impatto della sua piattaforma sulle città, «con dinamiche di gentrificazione che stanno avendo un impatto nefasto sulle popolazioni locali», sottolinea Ingrosso.  «Fairbnb prova a sviluppare un progetto di hosting, ma con limiti che evitano speculazioni e una parte dei margini che vengono destinati a progetti per le comunità locali». 

Piero Ingrosso

Cooding è la prima manifestazione sul rapporto tra cooperative e digitale. 

Cooding (che sta per Cooperative Digital Improvement and Networking Growth) è una conferenza internazionale che parte da questa considerazione: ormai da tempo il mondo dell’impresa cooperativa, a livello italiano, europeo e anche internazionale, è presente, agisce e opera sui mercati nell’infosfera digitale. Avevamo bisogno di costruire un momento dedicato agli attori di questo ampio sistema per mettere a confronto esperienze e progetti, ma anche criticità e aree da migliorare e su cui lavorare.

Quali attori?

Parlo dei principali esponenti sia del mondo cooperativo, sia del mondo della ricerca che di chi in qualche modo sta approfondendo il rapporto tra cooperativa e digitale.

L’obiettivo è incontrarsi, confrontarsi e provare a delineare delle prime traiettorie di lavoro per progetti futuri

Piero Ingrosso

Perché proprio ora?

In realtà, momenti di incontro e confronto ce ne sono stati, ma molto verticali e su alcuni temi specifici. L’obiettivo ora è provare ad avere una visione un po’ più ampia e soprattutto connettere chi sta lavorando ad esempio sul tema dei dati con chi sta lavorando sul tema delle piattaforme digitali, chi si sta interrogando su gli scenari che sta aprendo l’intelligenza artificiale con chi invece sta già lavorando e sperimentando i modelli di governance democratica del digitale. La volontà è anche quella di tessere una filiera di lavoro di respiro internazionale.


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Come si concilia il rapporto con il territorio, anima delle cooperative, con una visione internazionale?

Il digitale va oltre i confini territoriali (la conferenza ospiterà partecipanti da 20 paesi europei e non). È vero: l’impresa cooperativa è fortemente radicata sul territorio ed è connessa ai bisogni delle comunità locali. Il digitale e le tecnologie emergenti e abilitanti superano questi confini al punto che diventano comuni anche a paesi geograficamente distanti.

Il tema delle tecnologie inclusive è un tema che le cooperative di tutto il mondo si stanno ponendo

Piero Ingrosso

Uno dei focus della conferenza sarà sull’uso etico dei dati.

Partiremo dalla consapevolezza che il modello di impresa cooperativa ha sempre messo al centro il socio, il proprio utente, quindi porremo l’accento sulla necessaria attenzione alla tutela e ad un utilizzo consapevole e corretto dei dati. 

Un esempio?

La forma di impresa cooperativa, human-centered, permette di ridisegnare l’uso dei dati con un approccio che tenga conto della tutela delle persone e anche dei bisogni concreti. In questo senso, la raccolta dei dati, se fatta in modo corretto, ci permette di fare delle previsioni su quelli che ad esempio possono essere servizi che un domani la cooperazione sociale può fornire ad una certa fascia di popolazione (penso alla telemedicina). Ma i dati devono essere utilizzati nel quadro di una cornice etica e all’interno di un sistema di regole molto forti per evitare che questi dati vengono poi utilizzati per finalità commerciali.

I dati devono essere utilizzati nel quadro di una cornice etica, all’interno di un sistema di regole molto forti per evitare che vengono poi utilizzati per sole finalità commerciali

Piero Ingrosso

C’è la possibilità di uno sviluppo del digitale sostenibile e come approcciare ad una governance democratica delle piattaforme?

Sì, esiste questa possibilità, ma passa per un un elemento chiave: le alleanze e le partnership. Nel momento in cui si costruiscono delle partnership all’interno di una cornice etica che mette al centro i bisogni, si riesce a tenere sempre bene in vista il tema dello sviluppo sostenibile e ad evitare il rischio di operazioni di greenwashing, di social washing, o di azioni di marketing. Per evitare questo rischio bisogna prendere player del territorio e tecnologici e metterli intorno ad un tavolo, in un’ottica di coprogettazione. Se guida la tecnologia è facile perdere di vista i reali valori. Deve guidare chi rappresenta il bene comune. 

In apertura, foto di Timothy Muza per Unsplash. Nel testo, foto per gentile concessione di Ufficio comunicazione Pico


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