Non profit
BIOETICA. Embioni in più? Ecco la Commissione dedicata.
Si è insediato oggi a Roma il pool interdisciplinare di specialisti che dovrà fare chiarezza sulle problematiche legate alla crioconservazione. Per Natale, un primo quadro.
di Redazione
Avrà «compiti consultivi» la neonata Commissione di studio sulle problematiche degli
embrioni in sovrannumero, non utilizzati per trattamenti di fecondazione assistita e conservati nei centri specializzati della Penisola. «Gli esperti lavoreranno fino a Natale, per arrivare a fornire un primo quadro della situazione». A precisarlo è il sottosegretario al Welfare, Eugenia Roccella, a margine dell’insediamento odierno a Roma del gruppo di 11 addetti ai lavori, fra giuristi, scienziati e bioeticisti, presieduti dall’ordinario di Filosofia del diritto dell’ateneo romano di Tor Vergata, Francesco
D’Agostino.
«Non è questa la Commissione che lavorerà sulle linee guida della legge 40 e sui requisiti minimi dei centri di Pma», dice la Roccella. «In questo caso, infatti, gli esperti si occuperanno dei problemi legati, ad esempio, alla dichiarazione dello stato di abbandono e alla contemporanea revocabilità del consenso da parte dei genitori, un’eventualità sempre possibile che può creare complicazioni». È già capitato, infatti,
che alcuni genitori, dopo aver dato l’assenso alla dichiarazione di stato di abbandono, ci abbiano ripensato. «E allora», si domnanda la Roccella, «che succede?».
Non solo. Sono molte le domande cu la commissione tenetrerà di dare risposta. Negli Stati Uniti, per esempio, è sorto il problema della chiusura di centri privati, che non sanno a chi lasciare gli embrioni crioconservati. E qualora in Lombardia esistesse una struttura specializzata, che aspetta solo l’arrivo di questi embrioni non utilizzati, come trasportarli e stipulare l’assicurazione per il viaggio? La delicatezza del tema dal fatto che in ballo «non c’è mero materiale biologico. E che la posizione più diffusa fra i genitori è quella dell’incertezza: non vanno impiantati, però neanche distrutti», osserva il sottosegretario. «E neppure il criterio per dichiarare la morte di un embrione è del tutto chiaro». Insomma, i problemi in gioco sono molti, e coinvolgono etica, medicina, scienza e legge.
Il lavoro preparatorio per le attese linee guida sulla legge 40 sarà, invece, fatto da un’altra Commissione (quella sui requisiti minimi dei centri di Pma), «che coinvolgerà
esponenti di società scientifiche, rappresentanti dei centri specializzati in fecondazione assistita e quattro componenti indicati dalle Regioni», spiega Roccella. Per il varo di questa Commissione bisognerà aspettare le nomine che verranno dalla Conferenza Stato-Regioni.
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