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bolzano: italiano,tedesco o… pakistano? Una emittente storica della città ha avuto il merito di avvicinare italiani e sudtirolesi. Oggi continua con gli immigrati

alto adige Radio Tandem spezza il bilinguismo

di Redazione

Da radio libera a radio di frontiera. L’evoluzione dei flussi migratori, «naturale» la chiama il direttore Antonio Vaccaro, ha fatto di una piccola emittente nata a metà degli anni 70 nella Bolzano degli steccati (italiani da un lato, tedeschi dall’altro), un esperimento di radiodiffusione multiculturale.
Undici trasmissioni etniche (di musica, intrattenimento e notizie) condotte da altrettanti stranieri, in 7 lingue diverse (e non delle più comprensibili: dal wolof senegalese all’arano, all’urdu pakistano): ecco cos’è Radio Tandem. Attorno alle trasmissioni radiofoniche, nelle riunioni settimanali, nascono progetti (come quello del Festival dei popoli) e si raccolgono associazioni di stranieri.
Radio Tandem nasce nel 77 a Oltrisarco, un quartiere dell’allora periferia (oggi centro) di Bolzano, come una delle tante radio libere di quegli anni. All’inizio si chiama Radio Popolare, ma del network omonimo entrerà a far parte solo nell’88. All’inizio degli anni 80, invece, l’incontro con il quindicinale Tandem e l’idea di creare un polo informativo alternativo rispetto ai giornali tradizionali, rigidamente divisi per lingua (come il resto della società: «Qui non esistono scuole multilingue: già a tre anni bisogna scegliere se parlare tedesco o italiano»). Linea “editoriale”: raccontare la città bilingue. Metodo: microfoni aperti. Col tempo, però, Bolzano è diventata una città multilingue e la formula dei “microfoni aperti” ha fatto di Radio Tandem l’altoparlante del cambiamento.
«Non potevo offrire nulla (qui nessuno è stipendiato), ma se qualcuno chiedeva uno spazio per trasmettere la sua musica, era il benvenuto», ricorda Vaccaro. Con la prima ondata migratoria albanese, nel 91, nasce la prima trasmissione etnica, Ecoalbania. Poi è stata la volta del contenitore di musica africana di Mama Dou Bassirou Ba. E via via, tutte le altre. Oggi sono circa 7mila gli stranieri nel capoluogo altoatesino e le principali comunità (albanesi, marocchini, arabi, senegalesi) hanno la loro trasmissione di riferimento. Ma non si tratta solo di prodotti “etnici”, precisa Vaccaro: «Ad ogni conduttore chiediamo di inserire parti in italiano, mentre la musica non ha bisogno di traduzioni». Una strategia per gettare ponti e per fare «mediazione culturale all’inverso», spiega: tradurre in italiano e tedesco le differenze culturali.

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