Mondo
Brasile-Colombia: derby anche tra povertà
Tra poche ore andrà in scena l’attesissima sfida, tutta sudamericana, tra Brasile e Colombia. Chi vincerà andrà in semifinale dove incontrerà la vincente tra Francia e Germania
di Redazione

Da una parte i padroni di casa, con un parco giocatori del valore complessivo di 467,5 milioni di euro e dall’altra los Cafeteros, la formazione che a detta di molti ha fatto vedere il miglior calcio del mondiale.
Molti gli “italiani” in campo, soprattutto lato Colombia, tra tutti il viola Cuadrado che con la sua velocità e tecnica è capace di mettere in crisi qualsiasi difesa avversaria.
Calcisticamente parlando ci sono tutti i presupposti per sedersi comodamente in poltrona e, armati di telecomando, popcorn e bibita fresca, gustarsi questo match che si preannuncia spumeggiante e ricco, speriamo, di goals.
Ma questo derby sudamericano offre lo spunto per parlare del disagio in cui versa gran parte della popolazione dei due Paesi. La povertà è in fatti una piaga che accomuna sia il Brasile che la Colombia e, purtroppo, con numeri da capogiro.
In Brasile, Paese facente parte del facoltoso ed inclusivo club dei BRICs, più di un quarto della popolazione vive con meno di 2 dollari al giorno e il 13% vive con meno di 1 dollaro al giorno. In totale questo esercito di poveri conta 40 milioni di persone e tra queste vi sono almeno 8 milioni di bambini che vivono per strada.
La situazione non è delle migliori in Colombia, dove circa il 32,2% della popolazione totale del Paese vive in condizioni di povertà estrema. Dai dati raccolti dal mese di luglio 2012 e giugno 2013 dal Dipartimento Amministrativo Nazionale di Statistica (DANE) è emerso infatti che, su 47 milioni di abitanti, 14 milioni e 600 mila sono poveri e tra questi oltre 4 milioni vivono in condizioni di povertà estrema, ossia il 10,1 % del totale nazionale.
In un campionato del mondo di calcio è giusto e sacrosanto parlare di dribbling, di goals, di formazioni, di giocatori e di tutte le varie componenti che gravitano intorno al rettangolo di gioco ma è dovere di tutti documentarsi e prendere atto di certe situazioni di disagio che coinvolgono la popolazione di molti Paesi e delle quali si parla e si conosce poco e niente.
Sapere che il calciatore più rappresentativo della Selecao, ovvero Neymar, il goleador del Barcellona, il cui valore di mercato si aggira intorno ai 60 milioni di euro (centesimo più, centesimo meno!), ha messo a segno qualcosa come quattro goals è certamente utile, ma perlomeno altrettanto utile è apprendere che nelle favelas di Rio o nelle periferie di Bogotà vi sono ancora troppi bambini che hanno diritto ad una vita migliore.
Fifa World Cup 2014 deve accendere i riflettori anche su tutto questo.
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