Cultura

Brasile: per il cardinale Agnelo la miseria aumenta

In un'intervista al Corriere della Sera, il presidente della Conferenza episcopale brasiliana denuncia: ''Riconosco gli sforzi di Lula, ma i risultati finora sono deludenti"

di Redazione

”Riconosco gli sforzi di Lula, ma i risultati finora sono deludenti. Anche questo governo si concentra sui numeri dell’economia senza affrontare direttamente le questioni sociali, educazione, salute e lavoro, senza le quali non esiste promozione umana. Il progetto ‘Fame Zero’ del governo brasiliano rischia di trasformarsi in una grande elemosina di stato”. Questa la situazione in Brasile secondo l’arcivescovo di Salvador di Bahia, il cardinale Geraldo Majella Agnelo che e’ anche il presidente della Conferenza episcopale (Cnbb) del paese sudamericano. In un’intervista al ‘Corriere della Sera, il cardinale sottolinea che ”la questione del lavoro e della priorita’ dell’uomo sull’economia dei numeri sara’ un punto cruciale del pontificato di Benedetto XVI. Io mi aspetto nei prossimi anni -aggiunge- un intervento deciso su questi argomenti. Puo’ essere un documento, una enciclica, questo lo vedremo”.

Il cardinale Agnelo vorrebbe che ”fosse abbordata la questione del lavoro, oggi in secondo piano rispetto all’economia” e sottolinea al ‘Corriere della Sera’ che se ”se le persone sono messe da parte in favore delle macchine”, allora ”la perdita che ne consegue e’ quella della dignita’ umana”. In Brasile ”come nel resto del mondo, la sfida cruciale resta quella dell’evangelizzazione”, prosegue Agnelo rifiutando per la Cnbb l’etichetta di ‘cuore della chiesa progressista’: ”e’ ovvio-spiega- che da noi si impongono delle scelte, come portare avanti questa sfida in una situazione dove domina la miseria e la fame”. Quanto alla Teologia della liberazione, il presidente dei vescovi brasiliani osserva che ”certamente ha dato un contributo” e che ”non e’ sparita, ma progredita”. Riguardo al teologo Leonardo Boff, ”vorrei ricordare -precisa Agnelo- che la Congregazione per la Fede non condanno’ gli scritti di Boff sulla Teologia della Liberazione, come si dice comunemente, ma le sue idee in materia di ecclesiologia, la teoria della non unicita’ della Chiesa cattolica. A Boff venne imposto il silenzio. Poi -conclude- fu lui a decidere di lasciare la Chiesa”.

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