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Brasile: quote razziali all’Universit
Bufera di polemiche sul progetto di legge che prevede posti riservati a studenti neri e meticci negli atenei.
di Redazione
Entro pochi mesi, il Brasile potrebbe compiere una mezza rivoluzione nel proprio sistema universitario, con un sistema di pari opportunita’ razziali. La Camera dei deputati ha infatti approvato un progetto di legge che prevede l’assegnazione di una percentuale obbligatoria di posti negli atenei federali a giovani neri e meticci.
Concepita per dare pari opportunita’ agli studenti di colore attraverso le cosiddette ”quote” razziali, la riforma sta sollevando un polverone di polemiche soprattutto tra i giuristi, secondo i quali il provvedimento si scontra con il principio di uguaglianza stabilito dalla Costituzione. Intanto i leader dei principali partiti di opposizione al governo del presidente Luiz Inacio Lula da Silva, come il Partido da Frente Liberal (Pfl), dopo aver bollato il progetto come ”demagogico” hanno annunciato che tenteranno di riportare la discussione al plenario della Camera. Il progetto e’ gia’ stato approvato all’unanimita’ dalla Commissione Costituzione e Giustizia e in teoria dovrebbe adesso passare senza modifiche anche al Senato.
”Si tratta di una materia complessa che deve essere esaminata e discussa dalla Camera al suo completo e non solo da un piccolo raggruppamento”, ha sostenuto il capogruppo del Partido da Social Democracia Brasilieira (Psdb) alla Camera Alberto Goldman. In base al testo attuale, il 50% dei posti nelle universita’ federali sarebbe destinato agli alunni che hanno frequentato le scuole pubbliche fino all’ultimo anno. All’interno di questa quota, deve quindi essere riservato a studenti di origine africana e indigena un numero di posti proporzionale alla percentuale razziale misurata in ogni stato federale dall’Istituto brasiliano di geografia e statistica (Ibge).
Il progetto prevede che il sistema entri in vigore gradualmente (25% l’anno), entro un termine massimo di quattro anni, e potrebbe trovare applicazione gia’ a partire dall’esame per l’accesso universitario (‘vestibular’) del 2006. Dopo dieci anni di funzionamento, potra’ essere rivisto dal ministero dell’Educazione. Lo stesso sistema di quote e’ contenuto nel progetto di riforma universitaria elaborato dal governo Lula in collaborazione con rappresentanti di entita’ non governative. Quest’ultima bozza, tuttavia, che prevedeva un termine piu’ lungo per la sua entrata in vigore (10 anni), non e’ mai approdato al Congresso.
Fatto sta che il principio delle quote razziali sta dividendo le opinioni di esperti di diritto, politici, insegnanti e persino degli studiosi di genetica. Il presidente della Societa’ brasiliana di genetica, Francisco Salzano, si chiede per esempio ”quale dovrebbe essere il livello di discendenza africana o amerindia necessario perche’ un candidato si dichiari negro o indio?”. ”Uno studente che si sentisse pregiudicato aggiunge potrebbe ricorrere all’esame del Dna e rivendicare un posto all’interno delle quote universitarie riservate”.
Mentre molti professori universitari rilevano che quattro anni sono troppo pochi per la completa applicazione della riforma, la maggioranza dei costituzionalisti dichiara che ”le quote del 50% contraddicono il principio di uguaglianza stabilito dalla Costituzione”. Secondo Manoel Goncalves Ferreira Filho, docente dell’Universita’ di San Paolo, ”un sistema che stabilisce delle quote non corregge gli svantaggi storici di alcuni gruppi sociali, ma tenta di rimediare all’incapacita’ di offrire un insegnamento di qualita’ alla popolazione”. Di diverso avviso la relatrice del progetto in Commissione Costituzione e Giustizia, Iara Bernardi. Secondo la deputata del Partido dos Trabalhadores (Pt) di Lula, ”il sistema mettera’ fine alla distorsione sociale in base alla quale gli studenti poveri delle scuole pubbliche non sono in condizione di frequentare le universita’ federali”.
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