Mondo
Brasile: richieste impeachment per Lula
Due avvocati depongono al parlamento una richiesta di impeachment contro il presidente brasiliano per corruzione
di Redazione
Due avvocati hanno chiesto al Parlamento di avviare una procedura di impeachment nei confronti del presidente Luiz Inacio Lula da Silva per le molteplici accuse di corruzione che, da da oltre due mesi, stanno scompaginando il suo Partito dei lavoratori (Pt) ed il governo.
Lo ha reso noto oggi il presidente della Camera dei deputati, Severino Cavalcanti precisando che ”entro pochi giorni” verra’ data una risposta alle due domande che, se accettate, ”saranno girate all’apposita commissione parlamentare”. Sempre oggi, comunque, Roberto Jefferson, il deputato del Partito laburista (Ptb) alleato del governo che ha dato il via allo scandalo assicurando che il Pt, attingendo fondi dai depositi bancari dell’imprenditore pubblicitario Marcos Valeri, ha illegalmente finanziato le campagne elettorali del 2002 e 2003 ed ha pagato mazzette da 12.000 dollari al mese ai deputati dei partiti alleati perche’ approvassero le leggi, ha ribadito che Lula era all’oscuro di tale vastissima rete di corruzione.
”E’ stato tradito o disinformato da Jose’ Dirceu”, ha assicurato Jefferson, in riferimento all’uomo forte del governo che, come i vertici del partito, si e’ dimesso dall’incarico. Nonostante cio’, sta crescendo il numero dei politici dell’opposizione e dello stesso Pt che sostengono che Lula non poteva non sapere e sono anche sempre piu’ numerosi gli analisti economici che temono che lo scandalo finisca per incidere negativamente sull’economia del Paese.
In effetti, mentre anche la Cepal, un organismo dell’Onu con sede in Cile, prevede che l’economia brasiliana crescera’ nel 2005 appena del 3% – contro il 4,3% dell’intera America Latina – ed istituti privati parlano del 2,5%, la meta’ del 2004, in una riunione di specialisti oggi a San Paolo e’ stato assicurato che Lula non e’ piu’ in grado di far approvare importanti riforme come quella fiscale e quella delle normative del lavoro, ”paralizzando in pratica il governo” come ha sostenuto uno dei essi.
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