Volontariato

Brevetti: per Pat Cox il software è brevettabile

Insensato seguire norme stilate prima della rivoluzione dei microchip

di Sara De Carli

”Bisogna distinguere fra copyright e brevetto. Entrambi servono ad aggiungere il carburante dell’interesse al fuoco del genio, ma si distinguono perche’ il diritto d’autore protegge chi crea opere come libri, musica, film e anche software, mentre per tutelare qualcosa con un brevetto essa deve apportare quello che la legge europea definisce un ‘contributo tecnico’, e questo al software in se’ non e’ stato riconosciuto dalla Convenzione europea di Monaco del 1973”.

Lo afferma a ”La Stampa” l’ex presidente dell’europarlamento, Pat Cox, intervenendo cosi’ sulla battaglia in corso nell’Unione sulla brevettabilita’ delle invenzioni che incorporano processori con un loro hardware e anche un loro software, una questione sulla quale l’Aula di Bruxelles si esprimera’ mettendo domani ai voti una specifica direttiva. ”Pero’ -continua Cox- nel 2002 la Commissione europea ha proposto di estendere la brevettabilita’ a invenzioni tecniche che incorporano il software come elemento essenziale”. ”Io credo -prosegue ancora l’ex presidente dell’europarlamento- che continuare ad usare oggi i criteri del 1973, quando non c’era ancora stata la rivoluzione dei microchip, non c’erano i personal computer, ne’ i telefoni cellulari e cosi’ via, sarebbe come conservare un approccio analogico a un’era digitale”.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.