Mobilitazioni

Caccia, in 65mila per fermare il decreto furbetto

Consegnate alla presidenza del Senato le migliaia di firme, raccolte da molte associazioni, per bloccare il Decreto legge in materia agricola, all'interno del quale la lobby venatoria ha fatto inserire alcuni emendamenti che aggirano la normativa attuale a tutela della selvaggina

di Barbara Marini

Sessantacinquemila firme contro le modifiche in atto sulla legislazione della caccia. Un altro duro colpo alla salvaguardia ambientale, tramite decreto, mina la migrazione degli uccelli selvatici.  

Le associazioni Animalisti Italiani, Anpana, Cabs, Enpa, Gaia Animali e Ambiente, Lac, Lav, Leal, Leidaa, Legambiente, Lipu-Birdlife Italia, Lndc Animal Protection, Oipa, Pronatura, Rete dei santuari e Wwf hanno inviato una lettera al presidente del Senato, Ignazio La Russa, consegnandogli simbolicamente le 50mila firme raccolte attraverso la petizione, e sostenuta da numerose associazioni ambientaliste e animaliste.

Nella legge di conversione del decreto-legge che reca disposizioni urgenti per le imprese agricole, della pesca e dell’acquacoltura, sono stati inseriti e dichiarati ammissibili gli emendamenti in materia venatoria che prevedono di sparare agli uccelli in migrazione sui valichi montani, sottrarre i richiami vivi dalle tutele della legge, vanificare i ricorsi contro i calendari venatori illegittimi presentati da cittadini e associazioni e, l’utilizzo di strumenti vietati dalle direttive comunitarie. Niente di più furbesco – infilare in mezzo a provvedimenti agricoli – niente di più barbarico.

Un Decreto-legge pirata

«La gravità di questa iniziativa», scrivono le associazioni, «non risiede soltanto nel sottrarre la fauna selvatica ad un regime di tutela consolidato, ma anche nel voler utilizzare lo strumento del Decreto-legge – che come noto deve avere carattere d’urgenza ed essere omogeneo nei contenuti – per operare la modifica sostanziale della legge di tutela della fauna che rappresenta, fra le altre cose, anche la legge di recepimento della Direttiva comunitaria sugli uccelli». 

Questo è quanto scrivono nella lettera consegnata al presidente del Senato, specificando che se fossero approvati, ci troveremo in un ulteriore, gravissimo smantellamento della normativa italiana sulla tutela della fauna e la regolamentazione della caccia, con un irreparabile danno al patrimonio internazionale degli uccelli migratori, nonché una violazione dell’articolo 9 della Costituzione che prevede che la Repubblica tuteli l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi.

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