L'evento

Capire sé per aprirsi agli altri, a Piacenza spazio alle “vite svelate”

A Piacenza dall'11 al 14 settembre il Festival del Pensare Contemporaneo: 80 eventi e 200 ospiti con l'obiettivo di portare il pubblico alla scoperta del sé, sia individuale sia collettivo. E farlo attraverso visioni, dialoghi, lezioni pratiche di pensiero, esplorazioni sul contemporaneo, immersioni, laboratori, arti e sfide. Per il curatore Alessandro Fusacchia è un percorso che «invita a riflettere sulla vulnerabilità come condizione costitutiva dell’essere umano, ad un esporsi non come debolezza, ma come forma di forza e resistenza»

di Alessio Nisi

Piacenza

Dal saluto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che lo scorso anno davanti a oltre 500 studentesse e studenti ha sottolineato il valore del progetto, ad un appuntamento che rimarca sempre di più «il suo sguardo internazionale», come ha evidenziato il suo curatore Alessandro Fusacchia, pur nella sua dimensione «cittadina, capace di attirare persone da tutta Italia, ma senza dimenticare quello che succede nel mondo».

Dalla meraviglia, tema della scorsa edizione, alle Vite svelate – Esporsi/scoprirsi di questo nuovo appuntamento con il Festival del pensare contemporaneo, kermesse in programma a Piacenza dall’11 al 14 settembre. Una verticalità, quella del 2025, che si pone l’obiettivo di accompagnare il pubblico dalla contemplazione del mondo all’introspezione individuale e collettiva: Vite svelate – Esporsi/scoprirsi invita a riflettere sulla vulnerabilità come condizione costitutiva dell’essere umano, un esporsi non come debolezza, ma come forma di forza e resistenza, in un’epoca che ci vuole sempre protetti, performanti e impermeabili. Tutto questo con un programma di 80 incontri con 200 ospiti.

«Dopo la scoperta della meraviglia del mondo», precisa Fusacchia, «quest’anno la scoperta della meraviglia di sé. Quel “sé” che deve essere intero, fatto di ciò di cui andiamo fieri come pure di ciò che ancora ci manca, come condizione per essere pienamente presenti in questo tempo storico, così turbato da fatti che facilmente ogni giorno da cronaca diventano storia, e in cui capire (e capire insieme agli altri) diventa la condizione più importante per fiorire».

Per svelarsi occorre, spiega ancora Fusacchia, un esercizio di entusiasmo, per farlo occorre uscire da sé, facendo spazio, raccontando storie, esponendo se stessi. Scoprirsi è non occultarsi, è inventarsi nuovi mondi, mettendosi a disposizione dell’altro, in un’ottica di cura reciproca. «La vocazione del festival? Raggiungere pubblici diversi, soprattutto i giovani, intercettare temi e interessi e andare ad ascoltare anche quello che non è di nostro interesse,

Tutto questo in un programma vario anche nei temi, creato per raccontare lo stato delle cose e sollecitare lo spirito critico. Fusacchia nel corso della presentazione ha sottolineato l’importanza dei formati che racchiudono i contenuti del festival. Tanti.

Dai concerti filosofici, ai dialoghi inediti (tra persone con competenze diverse per stimolare il dibattito, un esempio? Spadaro e Pistoletto), e su temi trasversali come la fine del mito dell’abbondanza e in particolare dell’acqua (ospite anche Marcello Pera), o come il dialogo sui cellulari, o il migliore affare del secolo (sulla sostenibilità ambientale). Tra gli altri formati anche lectio/interviste (cisono Antonio Scurati e Concita De Gregorio). E c’è il format “Aspettando la mezzanotte” e momenti dedicati alle biografie (con Mazzucco, Jacopo veneziani, Enrico Brizzi).

Il valore dell’organizzazione

«Il nostro festival ha visto numeri importanti, in termini di partecipazione», evidenzia la sindaca di Piacenza, Katia Tarasconi, «con l’onore, lo scorso anno, di aver avuto il presidente Sergio Mattarella tra gli ospiti, all’interno di un incontro con i giovani. Proprio i ragazzi sono i destinatari di iniziative come queste, è molto importante stabilire un contatto diretto con loro. È bello vederli così numerosi tra i volontari del festival, un aiuto fondamentale nell’organizzazione».

Collaborazione che viene sottolineata anche da Mario Magnelli, presidente del Comitato promotore e vicepresidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano. «È dalla condivisione di tutte le istituzioni del territorio che è nata questa bella idea del festival. Non c’è nulla di più duraturo dell’investimento in cultura» ha sottolineato.

Piacenza
Presentazione alla Sala stampa estera della terza edizione del Festival del Pensare Contemporaneo, in programma a Piacenza dall’11 al 14 settembre. Da sinistra la direttrice della Fondazione Teatri Cristina Ferrari, il presidente del Comitato promotore e vicepresidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano Mario Magnelli, la sindaca di Piacenza Katia Tarasconi, il sindaco di Roma Capitale Roberto Gualtieri, il curatore della manifestazione Alessandro Fusacchia, i direttori filosofici Andrea Colamedici e Maura Gancitano

Ospiti in primo piano

Il festival propone oltre ottanta incontri e più di duecento ospiti tra scrittori, filosofi, artisti, musicisti, giornalisti, architetti e attivisti. A Piacenza previsti ospiti di primo piano come Olga Rudenko, direttrice del Kyiv independent e voce in prima linea sul conflitto ucraino, Marietje Schaake, esperta di democrazia digitale e politiche tecnologiche del Cyber policy center di Stanford, Megi Fino, vice ministra per l’Europa e gli Affari Esteri dell’Albania, impegnata nel processo di integrazione europea, James Fontanella-Khan, Us finance editor del Financial Times, Erling Kagge, esploratore e autore norvegese, celebre per i saggi sul silenzio e le imprese ai poli. E poi ancora, Derrick de Kerckhove, teorico dei media già direttore del McLuhan program di Toronto e la filosofa francese Claire Marin, che indaga identità, fragilità e malattia.

Tra gli italiani, spazio anche alla giornalista Cecilia Sala, allo scrittore Antonio Scurati, all’architetto Massimiliano Fuksas, a Francesco Bianconi, Teresa Ciabatti, Carlo Cottarelli, Riccardo Falcinelli, Lisa Ginzburg, Vittorio Lingiardi, Melania Mazzucco, Valeria Parrella, Michelangelo Pistoletto, Antonio Spadaro e Jacopo Veneziani.

Piacenza

L’inaugurazione sarà affidata ai “concerti filosofici” in piazza Cavalli con artisti come N.a.i.p., Nayt, Emma Nolde, Giulia Mei, Anna Castiglia e Francesco Bianconi, mentresi chiude il 14 settembre al Teatro municipale con The five elements del violinista e compositore Alessandro Quarta.

Durante la serata conclusiva verrà consegnato il Premio internazionale Pensare contemporaneo 2025 allo scrittore cileno Benjamín Labatut, autore di opere tradotte e celebrate in tutto il mondo.

In apertura foto dalla scorsa edizione del Festival del pensare contemporaneo, credits ufficio stampa del Festival. Nel testo foto di Alessio Nisi

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