Welfare

Carcere per tossici, Corleone: “Bisogna fare chiarezza”

Il 21 marzo a Castelfranco Emilia sarà inaugurato l'istituto a custodia attenuata, ma secondo l'ex sottosegretario "ci sono ancora troppi lati oscuri"

di Redazione

Mancanza totale di trasparenza e chiarezza, assoluto silenzio sul progetto per la gestione, rischio concreto che si crei una struttura in cui ”formalmente” le competenze sul trattamento restano pubbliche e affidate ai Sert ma di fatto passano in mano ai privati.

A denunciare la situazione del ‘carcere a custodia attenuata’ che inaugurera’ il 21 marzo a Castelfranco Emilia e sul quale gia’ in passato sono sorte diverse polemiche legate proprio alla gestione, e’ l’ex sottosegretario alla Giustizia Franco
Corleone, oggi presidente del ‘Forum droghe’.

Corleone ha visitato la struttura assieme all’assessore ai servizi sociali dell’Emilia Romagna e al sindaco di Castelfranco. Dal direttore Francesco D’Anselmo, ha detto pero’ Corleone, ”non abbiamo avuto che risposte evasive”. Il
problema, ha spiegato l’ex sottosegretario, sta tutto nel come verra’ gestito il trattamento all’interno del carcere: ”la legge stabilisce che le regole siano quelle del sistema
penitenziario e che il trattamento spetti ai Sert. Il ministro Giovanardi ha parlato pero’ di una nuova esperienza. Nessuno pero’, a dieci giorni dall’inaugurazione, sa nulla di cosa
voglia dire ‘nuova esperienza’.”

Il timore di Corleone e’ che si passi ad un intervento ‘non esclusivo’ dei Sert in cui ”formalmente il controllo resta pubblico ma praticamente sono le comunita’ private, e in
particolare quella di San Patrignano, a gestire il trattamento dei tossicodipendenti”. ”Sorgeranno enormi problemi con i tossicodipendenti – dice – perche’ i Sert sono chiamati a seguire la legge nell’applicare il trattamento, mentre le comunita’ potranno muoversi su altri piani”. Il rischio insomma, ha sottolineato Corleone, e’ che ”diventi un carcere per tossicodipendenti in cui la gestione non e’ piu’ pubblica
ma, se va bene, a piu’ voci”. E sarebbe, ha concluso, ”una struttura che a tutti gli effetti vuole fare da apripista alla legge Fini sulle droghe, semmai fosse approvata”.

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