Welfare

CARCERI. Il personale civile del Dap in agitazione

Le proteste contro a disparità di trattamento giuridico - economico, rispetto agli appartenenti al Comparto Sicurezza e ai dirigenti penitenziari

di Redazione

Il personale civile penitenziario proclama lo stato di agitazione, vista la ”disparita’ di trattamento giuridico – economico, rispetto agli appartenenti al Comparto Sicurezza e ai dirigenti penitenziari”. Lo scrive il Coordinamento nazionale penitenziari in una lettera inviata ai ministri Angelino Alfano e Renato Brunetta, al capo del Dap Franco Ionta e al capo del Dipartimento per la Giustizia minorile Bruno Brattoli.

“Anni di scarsa attenzione per il personale civile penitenziario – sottolinea Quirino Catalano, segretario nazionale del Coordinamento – hanno comportato che il medesimo si trovasse a far parte di una delle poche categorie meno remunerate dell’amministrazione penitenziaria. Sino a oggi, e’ mancata una politica chiara e cio’ ha comportato l’emanazione di leggi che hanno provocato solo disparita’ anche all’interno della stessa categoria del personale, allargando la forbice salariale rispetto al personale degli altri comparti (polizia penitenziaria e soprattutto dirigenza penitenziaria) operanti nella stessa amministrazione e con mansioni equivalenti”.

Il personale penitenziario del comparto ministeri, sia del Dap (circa 6000 persone) che del Dipartimento Giustizia minorile (1400), “fortemente mortificato da questa situazione – si legge nella lettera – ha aderito con slancio all’iniziativa ‘Tutti nella polizia penitenziaria’, facendo pervenire alle Direzioni Generali del Personale centinaia di domande per chiedere il transito nel Corpo di Polizia Penitenziaria. Le adesioni registrate ad oggi in tutta Italia a questa iniziativa registrano, ad oggi e a soli 20 giorni dall’inizio della protesta, una media del 70% dei colleghi che operano negli istituti, nei provveditorati, nei centri della giustizia minorile e alla sede centrale del Dap e del Dgm, con punte che arrivano anche al 90% in alcuni casi”. Catalano auspica che la situazione sia quella di ”istituire per legge i ruoli tecnici della Polizia Penitenziaria cui far confluire, su base volontaria, il personale del comparto ministeri in servizio presso gli istituti, uffici e servizi del Dap e del Dog, nonche’ il personale del Corpo di Polizia Penitenziaria adibito a compiti amministrativi”.

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