Welfare
Carceri: psicologi lanciano allarme per medicina penitenziaria
Con il nuovo decreto che sancisce il passaggio dell'assistenza nelle carceri dal ministero della Giustizia alla Salute, verrà interrotto il 95% delle prestazioni sanitarie
di Redazione
Gli psicologi passeranno da 480 a 16 unita’ per 50.000 detenuti e la riabilitazione psico-sociale sara’ impossibile. L’analisi e’ degli psicologi, sempre piu’ preoccupati per la bozza del decreto di riforma della sanita’ penitenziaria Riforma che provochera’, secondo i diretti interessati, l’immediata sospensione di tutte le prestazioni sanitarie erogate dagli esperti psicologi che, a differenza di altre figure professionali, non subiranno alcun trasferimento.
Le cure psicologiche – spiegano – si limiteranno semplicemente all”osservazione’ del detenuto senza poter effettuare alcun trattamento ne’ alcuna presa in carico. Attualmente nei 205 penitenziari italiani operano 480 psicologi, alcuni impiegati nel ‘servizio nuovi giunti’, ossia intervengono nel primo colloquio, altri che si occupano dell’attivita’ di ‘osservazione e trattamento’ successiva al primo intervento, e solo pochi sono gli psicologi penitenziari di ruolo.
Con la riforma, a garantire l’assistenza sanitaria psicologica degli oltre 50.000 detenuti ci saranno solo 16 psicologi. Questo significa che il 95% delle prestazioni attualmente erogate dovra’ essere interrotto. ”Quando tra un anno o due le statistiche ci diranno che il numero dei suicidi nelle carceri e’ aumentato e che la situazione e’ diventata esplosiva – denuncia Mario Sellini, segretario generale del sindacato degli psicologi (Associazione unitaria psicologi italiani) – non servira’ piu’ discutere e organizzare tavole rotonde per decidere cosa fare per fronteggiare l’emergenza. L’allarme, infatti, viene lanciato oggi e vuole evitare concreti danni umani, sociali ed economici”.
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