Non profit

CARICHE. Nuova governance per Coop Adriatica

Tiziana Primori, nominata direttore generale alla gestione. L'assetto adottato dovrà garantire più efficienza e trasparenza

di Redazione

Nuovo assetto e nuovo direttore generale. Il Consiglio di amministrazione di Coop Adriatica ha approvato all’unanimità il nuovo impianto organizzativo della Cooperativa, in attuazione del regolamento di governance varato nel 2008. Il modello prescelto separa il ruolo di presidente, al quale spettano i poteri di pertinenza della proprietà sociale, da quello di direttore generale alla gestione, al quale compete operativamente l’attività caratteristica. L’organismo ha quindi nominato direttore generale alla gestione Tiziana Primori, che ha rassegnato le dimissioni da vice presidente e consigliere di amministrazione. Il prossimo 22 luglio, il Consiglio provvederà alla nomina di un nuovo consigliere di amministrazione e del vice presidente.
La nuova organizzazione completa l’adozione, avviata nell’ultimo anno, del regolamento di governance della Cooperativa, che attua in modo innovativo alcuni dei criteri utilizzati nei codici di autoregolamentazione dalle società quotate. Come previsto dal regolamento, il Cda di Coop Adriatica è oggi composto da 30 membri, fra i quali 3 consiglieri indipendenti e 14 presidenti di zona eletti direttamente dai soci in rappresentanza dei territori. Sono inoltre stati istituiti e sono già operativi alcuni comitati articolati per competenze, con il duplice obiettivo di un maggior coinvolgimento di tutti i membri nei lavori dell’organo amministrativo e di valorizzazione di alcune funzioni: i comitati esecutivo, per il controllo interno, per le nomine e le remunerazioni, finanza, politiche commerciali, politiche sociali, politiche dello sviluppo.
La nuova governance di Coop Adriatica – basata sull’evoluzione del modello di governo tradizionale – punta a garantire efficienza e trasparenza negli assetti di governo e nella gestione, a controllare meglio l’organizzazione della Cooperativa e l’attività delle società partecipate e, insieme, tutelare e promuovere il ruolo e la rappresentanza democratica di un’ampia base di soci. A questo scopo, prevede una maggiore separazione tra gestione e proprietà attraverso un migliore equilibrio di poteri all’interno del Consiglio, la  valorizzazione del ruolo strategico e di garanzia del presidente, la nascita della figura del direttore generale alla gestione.

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