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Carne coltivata, Italia, Austria e Francia puntano al no Ue

In occasione della riunione odierna del consiglio Agrifish il ministro Lollobrigida porta a Bruxelles quella che la Lav definisce «la sua crociata antiscientifica contro la carne coltivata». Per la Lega anti vivisezione si tratta di un «ulteriore attacco alla necessaria transizione alimentare» la speranza degli animalisti è che gli altri Paesi si oppongano a questa farsa

di Antonietta Nembri

In occasione del Consiglio Agrifish (composto dai ministri di Agricoltura e Pesca dei Paesi membri) in programma oggi, 23 gennaio, a Bruxelles Italia, Austria e Francia presenteranno un documento volto a ottenere un divieto europeo sulla produzione di carne coltivata.  

Una manovra – sottolinea una nota di Lav – che prende le mosse dalla crociata antiscientifica del ministro Lollobrigida, la nota, infatti, non è altro che un documento con cui Italia, Austria e Francia portano a Bruxelles la lotta “made in Italy” alla transizione alimentare, reiterando anche in questa sede la falsa pretesa di “difendere i cittadini e tutelare l’intero comparto zootecnico”.  

Una farsa che lavora per l’ottenimento di un veto europeo sullo sviluppo di un’industria che potrebbe significativamente ridurre la sofferenza degli animali negli allevamenti e le conseguenze della zootecnia su clima e salute pubblica  

Se la nota venisse approvata – continua la nota, “la Commissione europea si impegnerebbe a sostenere una consultazione pubblica, disconoscendo quindi il ruolo di Efsa quale organo deputato alla valutazione dei novel food nel mercato comunitario, ritardando la presa in esame di nuovi prodotti alimentari”.   

Una minoranza di Paesi

A sostenere la nota anche altri nove Paesi: Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Ungheria, Lussemburgo, Lituania, Malta, Romania e Slovacchia. Ancora una minoranza, rispetto al totale dei 27 Stati che compongo l’Ue, che deve però essere arginata. L’auspicio e l’invito di Lav è che “gli altri Paesi si esprimano negativamente nei confronti di una battaglia nemica del progresso”.  

La nota, inoltre, ricorda che l’Italia non ha mai fatto richiesta di consultazioni pubbliche, assumendo ora una linea politica pesantemente incoerente.   Anzi – si sottolinea – , lo scorso giungo 2023, dopo aver pubblicamente denigrato l’uso di Ogm per anni, le commissioni congiunte Agricoltura e Ambiente hanno aperto all’utilizzo delle New Genomic Techniques, o Tea in italiano (Tecniche di Evoluzione Assistita), dando il via libera alla loro sperimentazione con l’approvazione all’unanimità del decreto-legge siccità, ignorando le opposizioni delle associazioni ambientaliste.  

Per Lav, inoltre, la presentazione della nota in Consiglio Agrifish è per il ministro Lollobrigida e i suoi colleghi il preambolo a quanto intendono agire a seguito delle elezioni europee: modificare il regolamento novel food attualmente in vigore.  

Ignorate le criticità dell’industria zootecnica

Il documento condiviso ambasciatore di opposizioni alla carne coltivata di ordine etico, ambientale, sociale, sanitario ed economico, ignora volutamente le pesanti criticità dell’industria zootecnica, avvalendosi – si sottolinea – di informazioni obsolete, dati parziali, utilizzati in modo strumentale, e numerosi errori fattuali, che distorcono il dibattito sul ruolo necessario della carne coltivata in un settore agroalimentare che deve necessariamente diventare più “sostenibile”. 

L’opposizione alla sostenibilità dell’agricoltura cellulare è intenzionalmente dimentica del dato per cui la produzione di carne da macellazione è responsabile della più parte delle emissioni clima-alteranti del settore agricolo, peraltro fornendo a livello globale solo il 18% delle calorie alimentari (Good Food Institute).  

Consumo di carne e sostenibilità ambientale

Solo in Italia sono oltre 18 milioni le tonnellate di CO2eq emesse dalla produzione e dal consumo di carne (dati da Il costo nascosto del consumo di carne in Italia), di contro studi condotti nel 2023, hanno dimostrato che una produzione di carne coltivata su larga scala potrebbe ridurre le emissioni fino al 90% (Delft CE).  

Ai ministri che lamentano un rischio economico, la nota contrappone i dati fattuali che mostrano il contrario: l’investimento del Governo olandese in produzioni a base cellulare, infatti, genererà una crescita incrementale del Pil olandese di 10-14 miliardi di euro all’anno entro il 2050, con significativi benefici globali per il clima, l’ambiente e la salute.   

Inoltre, nella nota si sollevano scetticismi da un punto di vista etico, paradossali giacché si tenta di sostenere che un sistema, quello zootecnico, che detiene in condizioni pesantemente inadeguate centinaia di milioni di animali ogni anno al solo scopo di ucciderli sarebbe meno impattante sul loro benessere rispetto a un saltuario prelievo di cellule (una biopsia delle dimensioni di un chicco di mais) effettuato sotto anestesia, senza che debbano mai essere macellati.  

L’appello finale

«La Commissione rifiuti categoricamente le richieste della nota presentata da Italia, Austria e Francia, in virtù di un’effettiva lungimiranza e volontà di raggiungere gli obiettivi sanciti dal Green Deal, dimostrandosi competente nell’affrontare la necessità di una transizione dell’industria alimentare, non più differibile». È l’appello finale di Lav.

In apertura burger vegetale – photo by Hamburguesa Casera on Unsplash


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