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Welfare & Lavoro

Casa e formazione: tutto per le badanti

Migliaia di immigrati in via di regolarizzazione. La cooperazione sociale mobilitata in iniziative di sostegno e di orientamento. Servizi anche per le famiglie

di Piergiorgio Greco

Io non so quali saranno i dati sulla sanatoria relativa alle badanti, ma con certezza posso dire che se avrà successo farà emergere la più grande rete di servizi alla persona mai vista in Italia». Giacomo Libardi, del consorzio Consolida di Trento, non ha dubbi: pur con tutte le polemiche che si è portata dietro, la regolarizzazione delle badanti, che è in dirittura d?arrivo (la scadenza della sanatoria è prevista per l?11 novembre prossimo), sarà un fenomeno significativo, non solo da un punto di vista economico ma anche lavorativo e sociale. Fra benessere e economia «È sufficiente pensare che le case di riposo venete», è il parere di Luca Omodei, presidente di Codess Sociale di Mestre, «si stanno progressivamente svuotando perché l?anziano che rimane in casa non solo è più contento ma è un grande risparmio per tutta la famiglia». Per questo, la società civile ha deciso di non stare con le mani in mano e si sta dando da fare per agevolare la ?transizione? da una situazione che fino a non molto tempo era né più né meno ?lavoro sommerso?. Libardi, ad esempio, da giugno scorso ha dato vita a Promo Care, una cooperativa («ma i termini giuridici dobbiamo ancora precisarli», dice) il cui scopo è quello di favorire l?incontro tra l?offerta e la domanda di lavoro per le badanti. Un?iniziativa condotta insieme alla Caritas diocesana, al Comune di Trento, all?Atas, all?Università di Trento, all?Acli e alla Federazione trentina delle cooperative. «Far incontrare domanda e offerta», racconta Libardi, «per noi significa soprattutto evitare che le famiglie siano scoraggiate dalla normativa vigente e siano tentate, così, di lasciare le badanti al proprio destino». Un?iniziativa ?sbilanciata? sul versante delle famiglie? «Nient?affatto. Alle donne proponiamo una formazione di base ma soprattutto stiamo pensando alla creazione di una rete integrata di servizi che in qualche modo possano agevolare il loro lavoro e la loro permanenza nel nostro Paese». In concreto? «Quello della casa», dice Libardi, «resta uno dei nodi più urgenti da sciogliere: troppo spesso per gli extracomunitari, specie se hanno un permesso di soggiorno ?in bilico?, avere un alloggio diventa praticamente un?impresa. Noi ci daremo da fare per trovare appartamenti disponibili e farci garanti delle persone che ne faranno richiesta». Anche la cooperativa Casamica di Perugia è nata per mediare tra domanda e offerta di lavoro per le badanti. «Dalle famiglie che hanno in casa persone anziane o non autosufficienti riceviamo tantissime richieste, anche solo di informazioni», dice Doretta Rossi che, per conto della cooperativa Nuova Dimensione, sta portando avanti il progetto Casamica, «e per questo abbiamo pensato di far fronte anche a un?altra esigenza, quella di disbrigare tutte le pratiche amministrative, quali la compilazione del contratto di lavoro o la stessa regolarizzazione». Il timore della sanatoria Un servizio costretto a navigare tra tanta diffidenza: «Temo che le famiglie», aggiunge la Rossi, «si siano lasciate intimorire dalla sanatoria perché sempre più spesso ci imbattiamo in casi di abbandono delle badanti, dettati anche da clausole della legge piuttosto scoraggianti». Parte integrante dell?esperienza di Casamica è anche quella formativa: «Ogni sei mesi poniamo in essere moduli in collaborazione con alcune scuole e ospedali per venire incontro a una esigenza sentita di professionalizzazione: le badanti ne hanno bisogno, così come noi stessi abbiamo bisogno di conoscere meglio queste persone e i bagagli culturali che si portano dietro». Senza dubbio, quello della formazione può essere considerato il servizio per eccellenza che la società civile si sta impegnando a fornire alle aspiranti colf. Così, nel Nord-Est, dove sono attese ben 22mila regolarizzazioni, il Codess Sociale, cooperativa di Mestre, ha già dato il via a un corso gratuito per 12 extracomunitarie. «Per tre mesi le nostre ?alunne?», scherza Luca Omodei, «studieranno aspetti sanitari e giuridici, per un rapido inserimento nel mondo del lavoro, un inserimento che resta il nostro obiettivo primario. Ma a tutto questo va aggiunta una necessaria e imprescindibile conoscenza della lingua italiana e della nostra cultura, senza la quale tutto rischia di diventare più difficile». Dal Codess sociale, quindi, formazione e intermediazione culturale. Intermediazione culturale A questo secondo aspetto si sta dedicando anche il consorzio Polis di Pisa. La presidente Anna Batini racconta: «Svolgiamo questo ruolo delicato insieme alla Caritas nei Centri di ascolto, dove ci impegniamo a portare avanti, specie nei confronti delle badanti, quella che noi chiamiamo prevenzione educativa, cioè un?educazione il cui fine è quello di evitare incomprensioni tra mondi che troppo spesso non si conoscono e che troppo spesso diffidano l?uno dell?altro». Insomma, i bisogni sono enormi, la domanda smisurata, gli anziani che necessitano di un aiuto stabile, centinaia di migliaia, ma la disponibilità di personale, le badanti appunto, da sola non risolve i problema. Ci sono differenze – culturali, psicologiche, sociali – da armonizzare. Un?intermediazione necessaria quindi, anche perché la rete alternativa, quella che la Batini non esita a chiamare «racket delle badanti», è purtroppo in agguato. Input Consorzio Consolida, www.consolida.it Consorzio Polis, polis@rete.consorziocgm.it Coop. Codess sociale, www.codess.com Numeri Sin dall?inizio, la querelle sulla regolarizzazione delle badanti, il cui epilogo, dopo il decreto legge dello scorso settembre, è atteso per l?11 novembre prossimo, è stata accompagnata da una guerra di cifre. «Le badanti saranno 500mila» aveva previsto il ministero del Welfare, all?indomani delle prime discussioni sulla sanatoria. Una dichiarazione che aveva fatto infuriare il leader leghista Umberto Bossi, subito rassicurato dal ministro Giovanardi, dell?Udc: «Stime inesistenti. Sono meno della metà».


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