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Catanzaro, una Cayenna

L’associazione “S.O.S. carcere e giustizia” che ci ha inviato questa lettera: una situazione che era andata ben oltre il limite della legalità...

di Cristina Giudici

Nella rubrica del numero 28 del 18 luglio abbiamo pubblicato tre lettere che denunciavano gli abusi e i sorprusi della direzione carceraria e della polizia penitenziaria nei confronti dei detenuti del carcere di Catanzaro. Dalle lettere emergeva una situazione che era andata ben oltre il limite della legalità: pestaggi, isolamenti diurni, sanzioni punitive, rapporti disciplinari ed applicazione dell?ordinamento penitenziario arbitrario. Qualcuno ha pensato bene di raccogliere queste denunce e di chiedere un provvedimento disciplinare: l?associazione ?S.O.S. carcere e giustizia? che ci ha inviato questa lettera. Spero che sia solo l?inizio di un?ondata di indignazione. Siamo venuti a conoscenza che alll?interno del carcere di Catanzaro il regime carcerario è invivibile, repressivo e disumano. Le docce sono a rischio per il pericolo di contrarre malattie dermatologiche dovute alla scarsa igiene e per il costante pericolo di lesionarsi a causa del fatiscente stato delle strutture murarie e degli infissi. A seguito di rapporti disciplinari provocati dagli agenti con il beneplacito della direzione vengono date punizioni assai severe che non tengono conto dei più elementari diritti umani. Dopo aver verificato attraverso ?radio carcere? la veridicità di tali affermazioni, abbiamo parlato con i familiari dei detenuti i quali ci hanno espresso la loro esasperazione ed angoscia. Abbiamo saputo che i carcerati sono stati messi in isolamento totale anche per dieci giorni senza poter bere acqua e che, come conseguenza dei rapporti disciplinari, molti hanno perso il diritto alla liberazione anticipata e a tutti i benefici previsti dall?ordinamento, oltre che alle telefonate e colloqui premiali. basterebbe ciò, e ve lo dice uno che ha passato 15 anni in carcere, a capire ?l?atmosfera? che si vive in quel carcere e quanto sia d?obbilgo chiedere che si smetta di reprimere invece di redimere. Ho scritto al presidente della commissione giustizia della Camera, Giuliano Pisapia, nella speranza che faccia qualcosa per ristabilire i principi di democrazia nella galera di Catanzaro. Rivolgiamo questo appello nella speranza che che si voglia disporre un?ispezione nel carcere di Catanzaro (ma non solo) dove ogni giorno si consuma una tragedia sconosciuta ai più.

Antonio Santoiemma, Presidente associazione SOS Carcere e Giustizia, Milano


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