Non profit
C’è la crisi? Non ci restabche il videopoker
gli italiani e il gioco Chi investe sulla dea bendata
di Redazione
Con una raccolta di 34,3 miliardi nei primi nove mesi del 2008 l’azzardo si conferma la seconda industria nazionale. Con qualche spazio anche per la Csr. Come dimostra il primo bilancio sociale di Lottomatica
D iventare ricchi ai tempi della recessione. È quanto promette l’industria del gioco agli italiani, inguaribili ottimisti quando si tratta di puntare sulla ruota della fortuna. E non c’è crisi che tenga: fuga dai fondi comuni di investimento, corsa a gambe levate dalle Borse in picchiata, Pil in retromarcia, e povertà in crescita. Il BelPaese ospita un popolo di giocatori incalliti. Nei primi nove mesi del 2008 la febbre del gioco ha raccolto 34,3 miliardi, una crescita di circa l’11% rispetto all’anno precedente, avviandosi verso il record di 50 miliardi per l’intero esercizio, seconda industria nazionale dietro solo a Eni. Bene le New slot, 15 miliardi di ricavi, seguite dal Gratta e vinci, 6,8 miliardi e dalle scommesse sportive, 5 miliardi. La new entry, il Poker online, promette faville: appena autorizzato, ha già incassato 500 milioni.
Giocare responsabile
E anche l’etica gioca la sua partita, finendo sul tavolo verde. A fare da apripista il Casinò di Venezia, con tanto di bilancio sociale. Ora seguono a ruota i big. È il caso di Lottomatica, il colosso del gioco del gruppo De Agostini, attivo in 46 Paesi, ricavi consolidati per 1,7 miliardi e 1.110 dipendenti, che ha appena sfornato il suo primo rendiconto di sostenibilità. Che c’entra l’etica con le slot machine e il Gratta e vinci? Lottomattica sgombra il campo dagli equivoci: l’azienda promuove «il gioco responsabile di modello legalità, equilibrato e moderato».
Il tutto «nel rispetto dei giocatori, degli enti regolatori, della comunità e dei media». L’impegno contro il gioco illegale ha portato all’adozione del bollino “New slot” (Lottomatica ha più di 43mila apparecchi da intrattenimento installati). Sono previste anche protezioni per i giocatori compulsivi, una serie di procedure tese a tutelare il giocatori dagli eccessi: deposito giornaliero, budget massimo giornaliero e mensile, spiegati per filo e per segno sul sito www.better.it.
Non mancano gli obiettivi da centrare entro il 2008: certificazione etica di better.it, un codice di autodisciplina che garantistica al giocatore una scelta informata e consapevole, identificazione di soluzioni per la prevenzione degli abusi del gioco, tutela dei minori, partnership con associazioni specializzate nel supporto medico per i giocatori problematici. Il valore aggiunto di Lottomatica si attesta a 800 milioni: il 44% finisce nelle buste paga dei dipendenti, seguito dal 20% dei trasferimenti alle comunità (tasse e imposte), da sponsorizzazioni e infine dalla nota dolente della beneficenza. Gli aiuti valgono appena 886mila euro, pochino, anche in confronto con i contributi del 2006 pari a 1,3 milioni di euro.
Nel rapporto sociale di Lottomatica, però, non compaiono i rischi della febbre da gioco. Tanto più presenti in un Paese in cui crescono l’indebitamento e usura. Secondo un’indagine della Cgia di Mestre, negli ultimi cinque anni le denunce per usura sono passate da 852 a 1.135. L’indebitamento delle famiglie italiane è lievitato dell’81,5%, raggiungendo un livello medio pari a 14.800 euro a famiglia. E il giro d’affari dell’usura si aggira intorno ai 15 miliardi all’anno. Debiti con le banche, credito al consumo, mutui immobiliari, prestiti finalizzati e anche la voracità del gioco d’azzardo. L’Italia, alla fine del 2004, si collocava al terzo posto fra i Paesi che giocano di più al mondo, preceduta solo da Giappone e Regno Unito.
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