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Cei: “Cittadinanza e servizio civile per i figli di immigrati”
Il direttore della Fondazione Migrantes indica ai partiti e alla società la via da seguire al più presto. Il 13 gennaio 2013 si celebra la Giornata mondiale del rifugiato
di Redazione

"Il servizio civile va aperto ai giovani immigrati tra i 18 e i 28 anni". Con queste parole monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, organo della Cei (Conferenza episcopale italiana) ha ricordato l'importanza dell'esperienza giovanile più virtuosa attiva oggi in Italia. L'occasione è la presentazione della prossima Giornata mondiale del rifugiato, che si tiene domenica 13 gennaio 2013 in tutto il mondo con eventi a favore del riconoscimento dei diritti di chi scappa dal proprio paese in preda a guerre o persecuzioni.
Perego, come riporta Famiglia Cristiana, dice anche un forte "sì al riconoscimento della cittadinanza per i figli degli immigrati nati in Italia, e al diritto di voto amministrativo per i migranti. Tra le 23 proposte diverse sulla cittadinanza dei vari partiti si arrivi a una sintesi", esorta il religioso riportando la posizione della Chiesa cattolica italiana sul tema: "il fatto di non avere la cittadinanza comporta di fatto l’esclusione e la differenziazione sociale di quasi 650mila minori nati in Italia da genitori immigrati».
Il servizio civile, realtà consolidata in Italia che dal 2001 a oggi ha visto impegnati per un anno della loro vita almeno 300mila giovani (ma le domande sono state 1,3 milioni), è oggi a rischio per la scarsità dei fondi governativi. In parallelo, varie esperienze di Servizio civile regionale stanno prendendo sempre più piede (vedi l'articolo sul numero di gennaio di Vita), alcune delle quali prevedono già l'inserimento di figli di immigrati tra i volontari.
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