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Ciad: 90mila sfollati nell’est del paese

Fuggono dalla guerra civile che imperversa lungo la frontiera con il Darfur (Sudan occidentale)

di Redazione

Nonostante questa settimana non siano stati registrati attacchi nell’instabile regione sud-orientale del Ciad, vicino al confine con la regione sudanese del Darfur, milioni di sfollati hanno ancora troppo timore di far ritorno ai loro villaggi, per la presenza di alcuni gruppi armati nella regione. I pochi ciadiani che hanno provato a ritornare per mettere in salvo i propri averi sono stati, in alcuni casi, feriti o addirittura uccisi. L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) sta collaborando con la polizia ciadiana per accompagnare quei piccoli gruppi di sfollati che vogliono ritornare ai villaggi per prendere i propri beni; tra questi, i 23 villaggi che sono stati distrutti durante i recenti attacchi a sud e ad est della città di Goz Beida. Dozzine di altri villaggi sono stati abbandonati ancora prima di essere attaccati.

L’UNHCR stima che al momento più di 90mila persone sono sfollate nel Ciad orientale, di cui almeno 15mila dagli inizi di novembre nel sud-est del paese, vicino al confine con il Darfur; di questi ultimi, circa 7mila si sono assemblati nei dintorni di Goz Beida, dove hanno cercato riparo sotto gli alberi o dove possibile. Secondo l’ufficio dell’UNHCR nell’area, la distribuzione di viveri di sussistenza prevista per oggi è stata sospesa a seguito della notizia di possibili attività militari nei pressi di Goz Beida. L’UNHCR prevede di trasferire i ciadiani sfollati in un sito temporaneo sulla via per Kerfi, a sud di Goz Beida. Questo sito accoglierà le persone fino a quando esse non potranno ritornare ai propri villaggi – il che non sembra essere molto plausibile al momento. Molti degli sfollati ciadiani hanno dichiarato all’Agenzia che ritorneranno solo nel momento in cui il governo renderà sicura la zona.

La città di Goz Beida, con 8mila abitanti, conta anche circa 15mila rifugiati provenienti dal Darfur nel campo dell’UNHCR a Djabal, 11mila sfollati ciadiani che si trovavano in precedenza nel campo di Gouroukoun e adesso anche le 7mila persone sfollate di recente.

Dall’inizio di novembre, 5mila persone sono arrivate anche nel sito per sfollati ad Habile, vicino a Koukou Angarana, 45 chilometri ad est di Goz Beida. Sarebbero oltre 2mila le persone recentemente sfollate nell’area di Koloy vicino ad Ade. Nel mese di novembre, l’area di Koloy è stata infatti attaccata per due volte.

La recente ondata di attacchi sta anche influenzando la vita dei rifugiati sudanesi provenienti dal Darfur, che al momento si sentono sempre meno sicuri dopo essere scappati dal proprio paesi nel 2003 e nel 2004. A Goz Amir, un campo profughi di 18mila persone vicino a Koukou Angarana, i rifugiati temono di lavorare nei campi che gli erano stati assegnati nei dintorni del campo dalle autorità ciadiane. Gli agenti ciadiani, che collaborano con l’UNHCR per assicurare la sicurezza del campo, hanno scortato alcuni rifugiati nei campi in modo che possano occuparsi del raccolto.

Complessivamente, nel Ciad orientale si contano 218mila rifugiati provenienti dalla regione sudanese del Darfur in 12 campi. Inoltre, il Ciad ospita nel sud del paese 46mila rifugiati provenienti dalla Repubblica Centrafricana.

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