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Ciad: campi profughi serbatoi per ribelli sudanesi

Lo denuncia l'Alto Commissariato Onu per i rifugiati

di Redazione

I campi di rifugiati nel Ciad orientale e provenienti dal Darfur (Sudan Occidentale) sono diventati serbatoi di manovalanza per i gruppi ribelli sudanesi. Lo ha denunciato l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati (Unhcr). Nel mese di marzo all’interno dei campi di Breidjing e Treguine sono stati forzatamente o volontariamente reclutati da alcuni gruppi ribelli sudanesi circa 4.700 tra uomini e ragazzi. Nel mese di aprile sarebbero avvenuti episodi simili anche nel campo di Goz Amir e l’Unhcr teme che il reclutamento possa diffondersi anche in altri insediamenti di rifugiati in Ciad orientale.
L’Onu ha chiesto al governo di N’djamena che venga mantenuta la natura civile dei campi. Una loro militarizzazione li rende bersaglio di tutte le parti in gioco, mettendo in pericolo tutti i rifugiati. I giovani rifugiati che riescono a ritornare nei campi riferiscono di essere stati portati in campi di addestramento improvvisati lungo il confine tra Sudan e Ciad e di aver imparato, tra le altre cose, come si puliscono le armi. Quelli che si rifiutavano venivano picchiati. Veniva loro detto che dopo l’addestramento sarebbero stati mandati a combattere. Di diverse centinaia di giovani uomini e di ragazzi provenienti dai campi di Breidjing e Treguine si sono perse le tracce e si ritiene che possano trovarsi in qualche campo di addestramento lungo il confine tra Sudan e Ciad e quelli che sono riusciti a fuggire e a tornare nei campi adesso temono che i gruppi ribelli ritornino a prenderli. L’Unhcr ha di nuovo fatto appello al governo ciadiano affinche’ faccia tutto il possibile per garantire la natura civile dei campi profughi e la sicurezza dentro e fuori da essi.

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