Mondo

Cina: in arrivo nuove restrizioni sull’informazione

All'esame del Congressso nazionale un disegno di legge che prevede restrizioni alla copertura giornalistica di "situazioni d'emergenza".

di Redazione

Il governo cinese presentera’ un disegno di legge che prevede una multa fino all’equivalente di 12 mila dollari per i giornali che scrivano di situazioni d’emergenza senza prima chiedere il permesso alle autorita’ locali. Le nuove restrizioni saranno applicate alla copertura giornalistica di disastri naturali, crisi sanitarie e proteste sociali, come le rivolte scoppiate negli utlimi anni nelle campagne cinesi.

Il disegno di legge, che e’ stato inviato al Comitato permanente del Congresso Nazionale del Popolo, segna un ulteriore irrigidimento dei controlli sui media in un Paese gia’ fortemente segnato dalla censura del Partito comunista.

Per i giornalisti cinesi questa nuova legge sarebbe un ulteriore segno della volonta’ del governo di Hu Juntao di frenare quella debole liberalizzazione della liberta’ di stampa che era stata avviata negli ultimi anni. ”Non abbiamo mai avuto una legge come questa prima d’ora”, ha detto al Washingto Post Jiao Goubiao, un ex professore di giornalismo all’Universita’ di Pechino che l’anno scorso ha perso il lavoro dopo stesura di un saggio critico sulla censura in Cina. ”Vogliono stringere il controllo su di noi”, e’ il commento del giornalista di un noto magazine che chiede l’anonimato.

Negli ultimi anni i giornalisti cinesi si sono occupati di vicende anche delicate usando il proprio giudizio, consapevoli della possibilita’ di incorrere nella censura del partito, che si manifestava nella richiesta di trattare con particolare cura alcuni argomenti. Con questo sistema alcuni media hanno avuto il coraggio di scrivere storie scomode, altri no. Ma sfidare troppo le indicazioni del partito e’ costato l’anno scorso l’incarico a molti direttori. Naturalmente questo tipo di discrezionalita’ non si applicava alle notizie relative al presidente Hu Jintao e al governo. Per questi argomenti i giornalisti finora hanno fatto fedele riferimento all’agenzia stampa ufficiale cinese ‘Nuova Cina’, controllata direttamente dal partito. La nuova legge porrebbe praticamente tutta la stampa nella stessa condizione dell’agenzia, lasciando alle amministrazioni locali l’incarico di informare il governo centrale dello sviluppo degli eventi per poter poi organizzare una informazione uniformata.

Alcuni giornalisti hanno espresso la speranza che il Congresso bocci il disegno di legge. Ma fino ad oggi il Congresso ha raramente contestato le decisioni del governo.

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