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CITTADINANZA. Fini ribadisce la sua proposta di legge
Per il presidente della Camera sono mutate le condizioni storiche e sociali. È dunque imprescindibile una nuova legge sulla cittadinanza, fondata non solo sui tempi di permanenza nel nostro Paese
di Redazione
Noi sosteniamo un modello di laicità aperta e dialogante, fondata sull’esercizio non dogmatico della ragione, per affrontare la grande sfida culturale dell’identità collettiva”. Il Presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini apre così il Convegno “Religioni per la Pace”, proposto dalla Camera oggi alle ore 11 presso la Sala della Lupa di Montecitorio. “La causa di molte delle guerre contemporanee deve essere individuata nell’integralismo, che strumentalizza le religioni per scopi politici e rifiuta la libertà religiosa”, continua il Presidente della Camera; “al contrario lo Stato laico dovrebbe costituire la cornice istituzionale entro la quale i vari culti possano trovare sostegno e convivere pacificamente. È compito delle Istituzioni promuovere l’educazione al rispetto reciproco e alla tolleranza, prevenendo fenomeni di razzismo, antisemitismo e islamofobia”. Il Presidente Fini ribadisce inoltre la sua proposta sulla cittadinanza: “Oggi in Italia sono mutate le condizioni storiche e sociali. È dunque imprescindibile una nuova legge sulla cittadinanza, fondata non solo sui tempi di permanenza nel nostro Paese, ma anche e soprattutto sull’adesione a valori condivisi. Penso ad esempio ai bambini di origine straniera nelle nostre scuole. Dobbiamo spiegare che l’Italia può essere per gli immigrati una nuova Patria, che rispetta la loro cultura e i loro sentimenti religiosi e chiede nel contempo rispetto e condivisione di un destino comune”.
Significative le testimonianze di Rav Laras, Mons. Fisichella e Shaykh Pallavicini, intervenuti a rappresentare questa mattina le tre Rivelazioni del monoteismo di Abramo: l’Ebraismo, il Cattolicesimo e l’Islam. Il Presidente della Pontificia Accademia Pro Vita Monsignor Rino Fisichella ricorda “l’incontro interreligioso di Assisi nel 1986 e nel 2002, quando uomini di religioni diverse si sono riuniti pregando per la Pace, che non è mera assenza di guerra, quanto un dono di Dio agli uomini. Come tutti i doni, la Pace è gratuita, ma le creature sono responsabili di farne buon uso, alimentandola con il dialogo e il profondo rispetto per tutte le religioni”. L’Arcivescovo Fisichella conclude affermando che “si chiude l’epoca della modernità che ci ha in qualche modo determinato e di cui siamo figli, e si apre un’epoca nuova, nella quale auspichiamo prevalga la collaborazione tra identità diverse, senza sincretismo e senza conflitto. Ciò che ci deve accomunare è la forza della ragione. Le religioni infatti sono diverse, ma trovano un’essenza comune nella ragione umana”.
Il Presidente dell’Assemblea Rabbinica d’Italia Rav Giuseppe Laras sostiene a sua volta che “la fede è di per sé portatrice di Pace, purché non prevalgano negli uomini fini di potere. La fede religiosa crea identità forti e occorre la disponibilità ad allargare i propri orizzonti per un dialogo davvero pacificante. Occorre aprirsi alla differenza senza rinunciare alla propria identità, poiché il dialogo tra le religioni non è un reperto del passato, ma una necessità del presente e del futuro”. Rav Laras si appella quindi alla conoscenza e alla speranza: “Rifiutiamo l’idolatria del materialismo che eleva le considerazioni utilitaristiche a unico criterio di giudizio e norma d’azione. D’altra parte, è davvero inevitabile lo scontro di civiltà e la guerra di religione? Noi pensiamo di no, se si saprà conoscere il vero volto dell’Islam e sostenerne l’affermazione a scapito delle correnti estremiste di carattere ideologico”.
Chiude il ciclo di interventi lo Shaykh Abd al-Wahid Pallavicini, Presidente e fondatore della COREIS (Comunità Religiosa Islamica) Italiana. “Ringraziamo il Presidente Fini per il sostegno di cui ci onora da tanto tempo. La religione deve rimanere fuori dalla politica e l’orientamento alla trascendenza deve prevalere sulle connotazioni etniche, geografiche o ideologiche che vorrebbero ridimensionarne la sacralità. È necessario sapersi elevare al di sopra delle antitesi per volgersi a quel Principio Unico e divino a immagine del Quale siamo tutti fatti, se vogliamo evitare l’errore di ridurre l’Islam all’etnia araba, quando gli arabi costituiscono solo il 20% della comunità islamica, o il Cattolicesimo alla moderna democrazia europea. L’Islam non può essere limitato all’Oriente né il Cattolicesimo all’Occidente, come vorrebbero i fautori dello scontro di civiltà, e se le guerre di oggi vogliano definirsi sante è perché le religioni sono strumentalizzate per fini politici ed egemonici. L’unica vera santità, invece, è quella dell’uomo destinato alla conoscenza di Dio nell’estinzione della propria individualità”.
Il Presidente Gianfranco Fini esprime al termine del convegno la propria soddisfazione: “Commentare o concludere gli insegnamenti di oggi sarebbe presuntuoso e dunque mi limito a ringraziare i tre relatori, grazie ai quali oggi siamo tutti più ricchi. Naturalmente il dialogo religioso e le religioni in genere hanno finalità spirituali che trascendono di gran lunga le contingenze storiche, ma danno luogo a ricadute sociali e culturali di coesione, conoscenza e pace fondamentali per ogni Paese”.
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