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Civitas/2: presentata la Carta dei valori del volontariato
Il concetto chiave è la gratuità. Ribadita anche la necessità di libertà e indipendenza del settore volontaristico
”A cosa serve una carta dei valori del volontariato? Serve a riassumere tutte le esperiense maturate negli ultimi 25 anni nel campo del volontariato”: questo ha detto in sintesi monsignor Giovanni Nervo presentando a Civitas la “Carta dei Valori” che la Fivol (Federazione Italiana per il Volontariato) e il gruppo Abele propongono a tutti i volontari e alle loro organizzazioni perché se ne discuta e si arrivi entro ottobre a un testo definitivo che possa costituire un punto di riferimento per tutto il volontariato.
E serve anche – ha detto Nervo – ad allargare gli orizzonti della legge del ’91, fungendo e da stimolo e anticipazione sulle politiche e sulle proposte. “Il volontariato, se lo vuole, ha ben chiaro cosa è – ha detto ancora Nervo –e la sua caratteristica è la gratuità. Anche Berlusconi e D’Amato parlano di economia sociale, ma è la stessa cosa che vediamo qui a Civitas?”
Quali sono i punti chiave della carta? “I concetti di gratuità, condivisione e cittadinanza, testimonianza saldata al fare – ha detto Maurizio Giordano, consigliere delegato Fivol, che ha aggiunto: “Oggi il volontariato rischia di essere più attento alla terapia che alla prevenzione. Spesso gode di un generico e indifferenziato sostegno da parte dell’ente pubblico ed è vittima di strumentalizzazioni”. Atteso l’intervento di don Luigi Ciotti, che ha messo in guardia dal “rischio di perdere la dimensione ‘politica’ del volontariato e di essere utilizzati dalla politica per risolvere i conflitti sociali” e ha sostenuto lo strumento della “Carta dei valori” perché “l’anima e la passione del volontariato devono animare le altre associazioni, le imprese sociali e le cooperative”.
Quanto al volontariato, “deve essere capace di guardare i processi macro ma anche la realtà sociale vicina, né deve mai mancare la capacità di avere una prospettiva di futuro e una progettualità”.
Nel corso del Convegno che aveva preceduto la presentazione della Carta, il presidente nazionale del MO.VI Emanuele Alecci aveva tra l’altro ribadito la necessità di concepire il volontariato come strumento e non come fine, mentre Gianni Busnello, presidente della Conferenza regionale del volontariato, aveva affrontato il tema della legge quadro 266, ribadendo che spesso le leggi si preoccupano di regolamentare il volontariato, mentre questo chiede piuttosto libertà di espressione e promozione”.
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