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Cooperazione & Relazioni internazionali

Come cambia lo smartphone nelle mani di un migrante

In queste ore esordisce il nuovo IPhone X con un prezzo base di 1.189 euro. Fioccano i pre ordini e sale la febbre da novità. Paolo Iabichino, executive creative director di Ogilvy Italia, cambia la prospettiva con cui guardiamo la tecnologia raccontando la storia di Ahmed, adolescente egiziano migrante

di Paolo Iabichino

Per moltissimi dei migranti che riescono a raggiungere le nostre coste dopo giorni di traversata, il telefono cellulare rappresenta l’unico contatto con le famiglie lasciate in patria, nonché appiglio di speranza per contattare amici e parenti già sbarcati da raggiungere in qualche località d’Europa. Difficile per questi ragazzi pensare allo smartphone come oggetto da spendersi per qualche selfie sulle spiagge di Lampedusa o per le riprese video di una qualche storia su Instagram.


Nelle foto di Marta Tagliavia (compresa quella di apertura) il workshop di Re-Future tenutosi presso l'Accademia di Belle Arti di Siracusa

Eppure c’è un adolescente egiziano di nome Ahmed che dopo aver attraversato da solo il Mediterraneo ha avuto l’ardire di registrare una sorta di videoclip con immagini incerte e fragili dal punto di vista tecnico, accompagnate da una colonna sonora che mischia influssi medio-orientali, contaminazioni ritmiche hip-hop, insieme a versi che sono cantanti sia in italiano che in arabo. «Ho una madre che mi aspetta lì, oltre il mare» — canta così Ahmed nel video che è stato girato, montato, editato, grazie al laboratorio di film-making Re-Future dedicato ai ragazzi minorenni che arrivano in Italia non accompagnati e che devono affrontare lo spaesamento senza poter contare sul conforto dei loro genitori.

Un laboratorio creativo organizzato dall’associazione Accoglierete e da Dugong Film: perché i migranti possano usare la creatività come strumento per l’integrazione

Questi ragazzi, quasi sempre preadolescenti e teenager non hanno in tasca moltissimo, possiedono quasi tutti uno smartphone ed è da questa intuizione che sono partiti i ragazzi della Dugong Film e dell’associazione Accoglierete per mettere a punto un laboratorio creativo di nove mesi affidato alle direttive del regista Andrea Caccia per favorire l’inclusione dei nuovi arrivati. È attraverso la creatività dunque che i giovani migranti arrivati in Italia possono scoprire il nostro Paese, raccontare il proprio sentire, condividere sensazioni, emozioni e partecipare nel contempo a un laboratorio che utilizza il racconto attraverso le immagini per vincere le diffidenze, abbassare le barriere e fare in modo che questo linguaggio universale acceleri il processo d’integrazione.



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