Agostino Petruzzelli ha 54 anni, molti dei quali vissuti come pendolare tra Torino e Ivrea, e 18 anni fa ha fondato l?Associazione utenti della ferrovia Chivasso – Ivrea – Aosta, tratto gestito fino al 2000 dai militari del Genio ferrovieri. «Una linea disgraziata», dice con un sorriso amaro, «nel 1992 un incidente causato da personale militare ha provocato 6 morti». Dopo l?accaduto, i pendolari hanno preso coraggio, le loro lotte hanno portato alla restituzione della tratta alla società civile, nel 2000. «Ora va molto meglio: con le istituzioni regionali e Trenitalia si discute, ci si capisce sempre di più», aggiunge Petruzzelli, che poi rivela: «Gli orari che ci sono ora li abbiamo proposti noi, dopo averli studiati a tavolino».
La tratta in questione coinvolge attualmente circa ottomila pendolari al giorno. «Numero in continuo aumento poiché l?hinterland di Torino si allarga». I problemi di oggi sono strutturali e pertanto i pendolari chiedo il raddoppio della linea e una maggior manutenzione sia della linea che dei treni: «L?unico interlocutore assente è Rfi, la società che gestisce il materiale rotabile». L?elettrificazione della linea, invece, è cosa quasi fatta, dopo anni di lotta. Un?altra piccola vittoria, di buon auspicio.
Vuoi accedere all'archivio di VITA?
Con un abbonamento annuale potrai sfogliare più di 50 numeri del nostro magazine, da gennaio 2020 ad oggi: ogni numero una storia sempre attuale. Oltre a tutti i contenuti extra come le newsletter tematiche, i podcast, le infografiche e gli approfondimenti.