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Comitato editoriale Fondazione Ronald McDonald

25 anni di accoglienza in Italia e una rotta che guarda al futuro

Hanno preso il largo da Milano le iniziative per celebrare i cinque lustri di attività di Fondazione Ronald nel nostro Paese. In questi anni sono stati accolti oltre 54mila bambini e famiglie nelle Case Ronald e nelle Family Room della fondazione. Annunciato un nuovo progetto “Fratelli d’A-mare”, mentre si ampliano le attività sul territorio milanese (con il raddoppio della struttura al Niguarda e la costruzione di una Casa Ronald per il 2026)

di Antonietta Nembri

Non è stata scelta a caso la sede dell’Associazione nazionale marinai d’Italia per dare il via alle iniziative che celebrano i 25 anni di attività in Italia di Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald. Il quarto di secolo è un traguardo importante, ma anche un punto di partenza un momento per levare l’ancora verso nuove iniziative. 

L’evento “Navigare verso il futuro”

Nel corse dell’evento “Navigare verso il futuro – I 25 anni di Fondazione Ronald” ospitato in quello che viene considerato il porto di Milano, la Darsena – come ha ricordato Marco Scavone, presidente dell’Associazione nazionale marinai d’Italia facendo gli onori di casa, in tanti hanno voluto portare il loro contributo dall’assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità di Regione Lombardia Elena Lucchini (con un contributo video), al consigliere comunale Valerio Pedroni, al vicepresidente del Coni, Claudio Pedrazzini

Il presidente Nicola Antonacci ha voluto ricordare i numeri di una presenza in Italia della Fondazione: gli oltre 50mila bambini e famiglie accolte in 25 anni con oltre 300mila notti di accoglienza nelle Case Ronald (l’ultima aperta al Sant’Orsola di Bologna nel dicembre 2023), come gli importanti progetti in corso a Milano dove si va verso il raddoppio della Family Room dell’ospedale Niguarda, mentre per il 2026 è prevista l’apertura di una grande Casa Ronald al servizio dell’ospedale Buzzi e della pediatria del Policlinico che con le sue oltre 20 stanze previste per 1.000 mq sarà la più grande d’Italia.

«Siamo convinti che avere la famiglia accanto e collaborativa sia parte della cura di un bambino, questo è il Family Centered Care; per questo l’obiettivo del nostro lavoro è favorire l’alleanza ospedale, famiglia. E con le nostre Case e Family Room, vogliamo rimuovere gli ostacoli economici, la distanza, diamo spazi, ascolto, in modo da permettere ai bambini e ai loro genitori – caregiver di affrontare i percorsi di cura a volte lunghi, sempre difficili», ha osservato Antonacci. 

Family Centered Care, quale impatto?

La direttrice generale della Fondazione Maria Chiara Roti sottolineando la necessità «di conoscere i dati per andare verso il futuro» ha ricordato il progetto di ricerca della Sda Bocconi, mirato a indagare il valore generato attraverso le Family Room e le Case Ronald, valutando il contributo al Sistema Sanitario Nazionale, all’innovazione dei servizi e alle comunità di riferimento.

Uno studio che racconterà l’impatto del “Family Centered Care“, modello di cura di riferimento della Fondazione che mette al centro del percorso di cura dei piccoli pazienti, l’intero nucleo familiare. «Le organizzazioni per crescere hanno bisogno di conoscersi attraverso la rilettura organica dei fenomeni», ha sottolineato  Francesca Lecci, Associate Professor of Practice di Government, Health and Not for Profit della Sda Bocconi School of Management.

Fratelli d’A-Mare

E al Family Centered Care e in particolare all’attenzione verso i fratelli dei bambini ricoverati è rivolto il nuovo progetto “Fratelli d’A-mare”. La Fondazione Tender To Nave Italia Ets metterà a disposizione di Fondazione Ronald, Nave Italia. Cinque tra i bambini ospiti presso le strutture di Fondazione Ronald salperanno a giugno insieme ai loro fratellini in un viaggio di 5 giorni da La Spezia a Civitavecchia, su questo veliero con armo classico a “brigantino goletta”, che con i suoi 61 metri di lunghezza e i suoi 1300 metri quadri di superficie velica è attualmente il più grande al mondo in navigazione

da sx Maria Chiara Roti, Paolo Cornaggia Ferraris, Leonardo Merlini e Giuseppe Camerota

In cinque giorni di navigazione i piccoli beneficiari, sotto la guida del personale scientifico della Fondazione Tender to Nave Italia e all’equipaggio della Marina Militare, potranno vivere un’esperienza unica, arricchente e divertente in cui i limiti e le barriere dovuti alla malattia rimarranno sullo sfondo: a bordo di Nave Italia, infatti, avranno la possibilità di vivere e operare fianco a fianco, ciascuno con un ruolo preciso, sfruttando a pieno le proprie potenzialità.

Adventure therapy

«Un’avventura sul mare che diventa terapeutica, perché capace di attivare in ciascuno risorse inespresse, allontanandolo dall’idea di essersi trasformato nella sua stessa malattia» ha spiegato Paolo Cornaglia Ferraris, oncologo, pediatra e direttore scientifico Fondazione Tender to Nave Italia.

«Un’esperienza capace di regalare un vero e proprio cambio di rotta verso una maggiore autostima, nuove capacità di fare, comunicare, sentire ed “essere meglio di prima”, fuori dalla prigione del disagio e della disabilità imposta dalla malattia. L’outdoor education e l’adventure therapy dovrebbero diventare elementi costitutivi del processo di cura. Abbiamo bisogno di sostenerlo e dimostrarlo e la Fondazione per l’infanzia Ronald McDonald è un partner ideale per affiancare Nave Italia in questo entusiasmante percorso» ha aggiunto.

Parte dell’equipaggio

Con Cornaglia Ferraris a presentare la nuova avventura erano presenti  Leonardo Merlini, Contrammiraglio, Marina Militare Italiana e Giuseppe Camerota, Guardiamarina Nave Italia, Marina Militare Italiana che hanno sottolineato come a bordo i fratelli «saranno trattati come parte dell’equipaggio» in un’esperienza durante la quale «tutti saranno chiamati a dare il proprio contributo».

L’accoglienza che cresce

La missione Fondazione che continua a crescere. Quest’anno sarà ampliata la Family Room al Niguarda, che diventa Casa (da 300 mq a 600 mq), che accoglierà anche adolescenti in cura nel reparto dei disturbi alimentari dell’Ospedale. 

Inoltre nel 2026 sarà inaugurata nella città di Milano, la grande Casa Ronald McDonald, una nuova struttura di 5 piani e di circa 1.000 mq in Via Bramante, all’interno di un ampio progetto di housing sociale promosso dal Policlinico di Milano e metterà a disposizione delle famiglie ampi spazi comuni oltre che 20 stanze. Questa futura Casa servirà gli ospedali dei bambini Buzzi e Policlinico. Nel 2023 il Buzzi ha accolto 8.329 bambini; il Policlinico ha visto aumentare del 5% il numero di bambini rispetto al 2022, si è infatti preso cura di 11.379 bambini, di cui il 17% ha dovuto percorrere più di 40 km per raggiungere la struttura, con una degenza media di circa 6 giorni.

2026 a Milano la grande Casa Ronald

All’evento erano presenti anche Enrico Frisone, direttore sociosanitario Asst Fatebenefratelli Sacco e Marco Giachetti, presidente Fondazione Irrcs Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano. Quest’ultimo nel suo intervento ha sottolineato come proprio per dare un aiuto alle famiglie dei piccoli pazienti che vengono da fuori Milano e fuori regione.

«Il Policlinico insieme alla Fondazione Ronald McDonald ha avviato il progetto della prima Casa Ronald di Milano all’interno di uno degli edifici storici appartenuti all’ospedale» continua Giachetti. «Nell’area di via Sarpi e via Bramante sorgerà una nuova corte di appartamenti, molti dei quali già con una vocazione sociale in quanto affittati a canoni calmierati per le fasce più deboli della popolazione, all’interno della quale troverà spazio la Casa Ronald: sarà un ambiente accogliente, dotato di tanti servizi e in centro città, ben collegato con l’ospedale».

La nuova Casa sarà al servizio anche dell’Ospedale Buzzi che ha ricordato il direttore sociosanitario Frisone ogni anno accoglie oltre 500 famiglie di bambini che tra il 20 e il 25% provengono da altre regioni e dall’estero. Nel suo intervento ha ricordato come per la struttura il tema della migrazione sanitaria sia di estrema rilevanza.

«Non solo caregiver, ma la mamma di Luna»

Nel corso della mattinata milanese si è potuta ascoltare la testimonianza di  Elettra Benelli, mamma ospite della Family Room di Fondazione Ronald all’Ospedale Niguarda che ha sottolineato come la possibilità di appoggiarsi alla struttura l’abbia aiutata a «sognare una vita diversa a curare un po’ me stessa e la nostra famiglia. Mi ha aiutata a sentirmi non più solo la caregiver di mia figlia, ma la mamma di Luna».

Manuel Bortuzzo in una recente visita a una Casa Ronald – foto da Ufficio stampa

All’incontro sono intervenuti inoltre Novella Calligaris, presidente Olimpici Azzurri e Inviata Rai News 24 e Manuel Bortuzzo, nuotatore paralimpico che nei giorni scorsi ha visitato la Family Room di cui ha lodato la bellezza «il lato estetico fa tanto, ti aiuta a ripartire».

In apertura foto da Ufficio stampa