Comitato editoriale
Agli Stati generali presentata la “bussola”
L’innovativo processo per rispondere alle sfide trasformative socio-economico è utile per tre diversi motivi spiega la presidente Giusi Baggi: «Rimette al centro uno scopo, permette di avere direzioni e pone davanti degli oggetti che possono essere coerenti con le direzioni che proponiamo. Per costruire la bussola siamo partiti da quello che siamo e come siamo cambiati negli anni»
di Redazione
Tornano gli Stati Generali della Rete Cgm, appuntamento periodico in cui il consorzio si incontra con la propria rete per fare il punto della situazione. Quest’anno l’appuntamento è di particolare importanza per poter mettere a fuoco una direzione e nuove funzioni che la rete Cgm può svolgere per i soci e all’interno dell’intero sistema territoriale dell’impresa sociale. Tema centrale è quello delle sfide trasformative della nostra società che possono vedere nell’impegno della rete un reale protagonismo al servizio del cambiamento delle comunità. In apertura di giornata la presidente Giusi Biaggi ha presentato il nuovo strumento introdotto da Cgm per poter dare una risposta al tema della complessità: la bussola di Cgm.
La bussola è un documento che contiene scopo, direzioni, metodo e oggetti di sviluppo in coerenza con i valori guida dell’organizzazione; è principalmente un processo di attivazione, mappatura, analisi e prototipazione di bisogni portati avanti con l’ecosistema di alleanze dell’organizzazione.
«La Bussola è utile per tre diversi motivi: rimette al centro uno scopo, permette di avere direzioni e pone davanti degli oggetti che possono essere coerenti con le direzioni che proponiamo. Per noi è importante condividere con tutti voi la vision che si sta dando la Rete: oggi è solo una tappa di percorso, da condividere con la rete», spiega la presidente. «Per costruire la bussola siamo partiti da quello che siamo e come siamo cambiati negli anni. La nostra rete è complessa, e ciascuna delle nostre realtà ha un suo ecosistema che si contamina con altre realtà creando a sua volta nuovi ecosistemi. Ma oggi siamo dinanzi a forti scenari di cambiamento: come possiamo navigare all’interno di questa nuova complessità? Non possiamo essere avulsi da quello che sta succedendo nelle nostre imprese».
Gli strumenti programmatori internazionali e nazionali si indirizzano verso un nuovo patto sociale e politico sulle trasformazioni di sistemi. Ciò implica passare dal solo presidiare temi di settore al capire e anticipare sfide trasformative, come inclusione, clima, disuguaglianze, territori. «È importante che l’impresa sociale si impegni a 360 gradi in questo mondo. Se stiamo nel nostro piccolo settore rischiamo di non collocarci in questi scenari di cambiamento. È necessario adottare un approccio trasformativo di sistemi, non di singoli settori. Sfide così fuori portata possono in realtà essere frequentate anche dall’impresa sociale: per noi la risposta è nella rete».
La bussola ha lavorato per definire scopo e direzioni della Rete e sul come raggiungere l’obiettivo, come schematizza una nota.
- Scopo: Cgm è un sistema abilitante che partecipa a sfide trasformative rispetto alle nuove economie sociali affinché le imprese sociali generino nuovo sviluppo. “Ci siamo resi conto che non è più il tempo in cui Cgm indichi la via e le aziende seguano la strada: le importanti novità nascono spesso grazie allo stimolo delle imprese della nostra rete. Le economie sociali parlano alla società e devono rispondere adeguatamente alle grandi sfide. Tutta la struttura Cgm deve acquisire nuove capacità. Insieme possiamo strutturarci da un punto di vista di competenze, per far fronte alle nuove settorialità. Sicuramente l'ecosistema costruito negli anni da Cgm, dalle società partecipate e dalle alleanze consolidate può continuare ad esprimere un alto valore orientativo e di supporto per le imprese sociali.”
- Direzioni: Le direzioni stabiliscono come muoverci rispetto allo scopo che ci siamo dati. Se lo scopo ci posiziona rispetto a come va il mondo, le direzioni ci preparano ad agire a partire dai nostri bisogni, assestando criticità e mettendo a sistema i punti di forza. “Abbiamo individuato tre direzioni per raggiungere lo scopo: una decisa apertura all’imprenditorialità; rendere Cgm un modello di rete differenziato ed interconnesso, che vada bene per esperienze di impresa il più varie possibili; adottare un approccio di Open Innovation pervasiva, non concepire più il tema dell’innovazione come uno dei settori di Cgm, ma bensì il nostro metodo.”
- Funzioni: “cosa fare per colmare buchi dei modelli, per avere una nuova postura e stare in questo ecosistema?” È necessario che Cgm mantenga tre funzioni cardine: continuare ad essere una rete; avere una capacità di determinare a far crescere una cultura; praticare cultura e capacità di advocacy, diffondendo dati, questioni, risultati rispetto ai temi presidiati, porta dati e temi all’attenzione politica.”
La mattinata è proseguita con l’intervento di alcuni addetti ai lavori che hanno raccontato delle proprie esperienze rispetto al tema delle sfide trasformative per il Terzo settore, quali Giulio Quaggiotto, Innovation Adviser e Ex Head of Strategy Innovation Undp, Daniela Freddi, Responsabile Piano per l’Economia sociale presso la città metropolitana di Bologna, Marco Noseda, Chief Impact e strategy officer di Cariplo Factory, Francesco Abbà, presidente Cgm Finance, Andrea Biondello, consigliere di amministrazione Cgm e Presidente di Co-Abitare, Luca Di Lorenzo, Responsabile Terzo settore e Consumo Responsabile Gruppo Assimoco.
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