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Aibi dà i numeri 2013: c’è ancora voglia di adottare

Tempo di bilanci per l'associazione che segnala un aumento delle coppie adottive (+9%) e del numero di bambini adottati (+8%). Diminuiscono i tempi d’attesa; l’età media dei minori cala sotto i 6 anni

di Redazione

Quello che si è appena concluso è stato un anno difficile sotto tanti punti di vista, un anno durante il quale Aibi, Associazione Amici dei Bambini ha saputo comunque governare la barca fra le acque agitate delle adozioni internazionali. Con i primi giorni del 2014 è, infatti tempo di bilanci dopo un anno che, nonostante la crisi del settore, Aibi in un comunicato definisce «tutto sommato positivo».

Un significativo indice della voglia di adottare da parte delle coppie è rappresentato dai conferimenti d’incarico: nel 2013 i mandati sono stati 248, contro i 253 del 2012, per una leggerissima flessione del 3,6%. Un dato che è dunque rimasto – soprattutto in termini assoluti – sostanzialmente inalterato, e che rappresenta già di per sé- sottolinea ad Aibi –  un risultato incoraggiante, se si considerano i sempre crescenti ostacoli che caratterizzano le procedure di adozione internazionale nel nostro paese. Due i mandati conferiti ad Ai.Bi. dall’estero, come nel 2012, a conferma della credibilità che l’ente gode anche al di fuori dei confini nazionali.

È cresciuto nel corso del 2013 il numero delle coppie che hanno ottenuto l’autorizzazione a entrare in Italia per i propri figli: ben 183, contro le 168 del 2012, con un incremento di quasi il 9%. Freccia in su anche per quanto riguarda il numero di bambini che hanno ricevuto il permesso di entrare nel nostro Paese: si è passati infatti dai 211 minori adottati del 2012, ai 228 del 2013, per un altrettanto importante aumento dell’8%. Un dato che non può non essere accolto positivamente: non bisogna mai dimenticare, infatti, che a ogni adozione in più, corrisponde un minore abbandonato in meno in qualche istituto nel mondo.

Per quanto riguarda la provenienza dei minori, a dominare è la Cina, che con 59 bambini adottati e un balzo del + 90%, passa dal terzo posto del 2012 al primo; al secondo si mantiene invece la Repubblica Democratica del Congo, che con 33 bambini rimane sostanzialmente stabile (- 3%), confermandosi uno dei Paesi che – nonostante le note e tristi vicende di questi giorni – rimane di grande interesse per le famiglie adottive. Sale dalla quarta alla terza posizione, infine, il Brasile: ben 27 bambini adottati, per un aumento del 23% rispetto al 2012.

Un dato significativo sottolineato dall’associazione è la diminuzione complessiva dei tempi d’attesa per completare le procedure di adozione, che si è assestata sui 12,7 mesi, a fronte dei ben 17,6 del 2012. Tra i Paesi più rapidi ed efficienti è sempre l’Ucraina, con 8 mesi di attesa, mentre la poco invidiabile palma di “Paese lumaca” spetta alla Bulgaria, con quasi due anni di attesa (23,1 mesi).
Altri dati che vanno a completare il quadro il “ringiovanimento” delle coppie adottive, che passano dai 42 anni di media del 2012 ai 41; diminuisce sensibilmente anche l’età media dei bambini adottati con Aibi, che scende al di sotto dei 6 anni, raggiungendo i 5 anni e 10 mesi, rispetto ai 7 del 2012.

Un dato che viene indicato come segno della “vivacità dell’Associazione” è quello che riguarda la formazione offerta agli aspiranti genitori adottivi: nel corso del 2013 sono state ben 1502 le coppie che hanno partecipato agli incontri informativi organizzati da Aibi in tutta Italia, sia di gruppo, sia individuali segnando un aumento di oltre l’11%. Ben 916 famiglie hanno seguito gli incontri informativi di gruppo (per un incremento del 4,5% rispetto al 2012), 586 gli incontri one-to-one (+ 24%), mentre 388 hanno preso parte ai 62 corsi maturativi (+ 7%). «Questa favolosa “carica dei 1500” rappresenta quasi il 50% circa di coppie italiane che di media, in un anno, chiedono l’idoneità all’adozione internazionale», sottolineano dall’associazione

Grazie alle sue 24 strutture dislocate in 19 regioni d’Italia, tra sedi, punti informativi e centri servizi alla famiglia, Aibi, infatti, è stata in grado di formare, nel corso del 2013, circa la metà delle potenziali famiglie adottive nel paese. Si tratta di centinaia di padri e madri messe ai blocchi di partenza; centinaia di ragioni in più – conclude l’associazione – per sperare di restituire, nel corso del 2014, un sorriso ad altrettanti figli in cerca di famiglia.
 

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