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Colella (Arai) riponde ad Aibi sulla riforma adozioni
L'associazione ha intervistato la direttrice dell'Arai, l'agenzia regionale del Piemonte per le adozioni internazionali. Al centro del colloquio la riforma della normativa sulle adozioni internazionali
di Redazione
Aibi, associazione amici dei bambini, prosegue la sua opera di sensibilizzazione e proposta per cambiare la normativa che in Italia regola le adozioni internazionali. Un proposta di riforma targata Aibi, frutto di un lungo lavoro di confronto, del resto è già stata presentata la scorsa estate (vedi articolo). A rendere ancor più urgente una riforma è l’attuale crisi che stanno vivendo le adozioni internazionali.
Proprio in questi giorni sul sito di Aibi è apparsa l’intervista ad Anna Maria Colella, direttrice dell’Arai (l’agenzia regionale per l’adozione internaizonale del Piemonte) dalla quale, secondo Aibi, arriva un’interessante proposta per snellire e semplificare l’iter adottivo.
Rispondendo a una domanda sui punti carenti dell’attuale legislazione Colella osserva: «È assodato come sia fondamentale che le coppie adottive debbano essere informate, affiancate, accompagnate e supportate durante tutto il percorso adottivo e post adottivo. Ma tutto ciò è realizzato solo da alcuni enti e in situazioni di eccellenza. Manca in Italia un monitoraggio che garantisca alle coppie un livello standard di servizi di assistenza. Altro aspetto importante è la necessità di non incentivare, all’Estero, una eccessiva proliferazione di Enti che concorrono agli stessi fini, in uno scenario, come quello attuale, nel quale gli orientamenti delle Autorità straniere sono quelli di interagire con un ristretto numero di Enti che sappiano garantire una adeguata professionalità e competenza».
Sulle proposte di riforma della legge che regolamenta le adozioni internazionali che vedono uno dei punti forti nel trasferimento della competenza sul rilascio dell’idoneità dai tribunali ai servizi sociali. La direttrice dell’Arai si dice favorevole «perché ritengo che occorra evitare i doppi passaggi, ma ritengo necessario trovare un metodo, perché non si può passare dai decreti dei Tribunali a semplici relazioni dei servizi sociali e psicologiche».
Da Colella anche alcuni suggerimenti per evitare i doppi passaggi dai servizi sociali e psicologici e dal Tribunale per i minorenni
«Il compito di valutare l’idoneità o meno di una aspirante coppia adottiva è estraneo ai cosiddetti poteri giurisdizionali del giudice, il quale si affida per questo ai servizi sociali ed alla relazione del giudice onorario, che è a sua volta uno psicologo. Si può iniziare eliminare il ruolo dei giudici in questo settore, riconoscendo dunque maggiori responsabilità alle Regioni e ai servizi sociali» spiega «La giustizia minorile vedrà ricondotto il proprio ruolo a quello originario di garante dei diritti nonché garante della fattibilità o della legalità delle misure di protezione progettate dai servizi: la mancanza di consenso degli interessati comporterà l’intervento della giurisdizione».
Una domanda che non poteva mancare riguarda i costi di questa possibile riforma. E a questo proposito Anna Maria Colella risponde: «Certo ci saranno delle spese per le nuove Commissioni regionali, ma sarebbero inferiori rispetto all’impegno finanziario che comporta la messa a disposizione della magistratura minorile di Tribunale e di Corte d’Appello. La costituzione di Commissioni regionali per la valutazione dell’idoneità comporterà una riduzione di impegno diretto della magistratura minorile, e quindi una riduzione delle spese dello Stato. Inoltre dovrebbero essere nominati un minor numero di giudici onorari presso il Tribunale dei Minorenni, in proporzione alle attività da loro svolte. Più nello specifico, i giudici onorari presso il Tribunale per i Minorenni avranno competenza ad operare in due situazioni specifiche in materia d’adozione. La prima è in caso di ricorso contro il provvedimento di non idoneità all’adozione internazionale emesso dalla Commissione regionale per quanto riguarda la valutazione delle coppie. La seconda riguarda l’adozione nazionale, nel caso della valutazione delle coppie in occasione di una proposta di abbinamento con un minore».
La versione integrale dell’intervista è online al sito di Aibi
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