Comitato editoriale Fondazione Don Gnocchi

Disturbi dello spettro autistico, uno studio cerca nei fratelli i segnali precoci

A Milano parte una nuova ricerca sui fratellini e le sorelline di bambini con disturbi dello spettro autistico: secondo la letteratura hanno un rischio di avere anche loro un disturbo che è otto volte maggiore della popolazione generale. La Fondazione vedrà i piccoli nel primo anno di vita, per avviare - quando servisse - un intervento precoce

di Sara De Carli

I fratelli di bambini con un disturbo dello spettro autistico hanno un rischio otto volte maggiore, rispetto alla popolazione generale, di essere a loro volta autistici. È possibile allora individuare tempestivamente, ad esempio nel primo anno di vita, i segnali di allarme rispetto a un possibile rischio neuroevolutivo, così da avviare precocemente un intervento riabilitativo, là dove ce ne fosse bisogno?

È questo l’obiettivo di una nuova ricerca avviata dall’Irccs Fondazione don Gnocchi di Milano, con il sostegno dell’associazione Paolo Zorzi per le neuroscienze. La ricerca, approvata dal Comitato Etico, avrà la durata di tre anni e verrà condotta da Silvia Annunziata e Elena Piazza, neuropsichiatre infantili della Fondazione.

«Il reclutamento di fratelli e sorelle di bambini con disturbi dello spettro autistico già in carico presso la fondazione Don Gnocchi di Milano è già iniziato», spiega la dottoressa Anna Cavallini, responsabile del Dipartimento di neuropsichiatria e riabilitazione dell’età evolutiva della fondazione. I bambini saranno valutati nei primi mesi di vita: «se dalla valutazione iniziale dovessero emergere segnali di rischio neuroevolutivo, verrà avviato uno specifico intervento mentre i bambini che non presenteranno segni d’allarme verranno rivalutati dopo sei mesi».

Foto di Amelie Benoist/Avalon/Sintesi


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