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La disabilità nel mondo: diritti, inclusione, riabilitazione

A Milano il 5 e 6 aprile il convegno “Essere persona” delle ong Don gnocchi, Ovci e Aifo che ha l’obiettivo di raccontare il valore della cooperazione in ambito socio-sanitario nel processo di sviluppo di un Paese. Tra i relatori i rappresentanti delle più importanti istituzioni internazionali

di Redazione

La disabilità nel mondo: diritti, inclusione, riabilitazione. Sono questi i temi al centro del convegno dal titolo “Essere persona”, in programma il 5 e 6 aprile a Milano, al Centro Congressi Cariplo. A promuovere l’evento con l’obiettivo di raccontare il valore della cooperazione in ambito socio-sanitario nel processo di sviluppo di un Paese sono Fondazione Don Gnocchi, Aifo (Associazione italiana amici di Raoul Follereau) e Ovci (Organismo di volontariato per la cooperazione internazionale – La nostra Famiglia).
Il convegno – articolato in due sedute plenarie e tre workshop tematici – vuole offrire approfondimenti rispetto alla Convezione Onu sui diritti delle persone con disabilità, alla piattaforma Rehabilitation 2030 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, all’Agenda delle Nazioni Unite sugli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2030, alle Linee guida dell’Aics (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) per la disabilità e l’inclusione negli interventi di cooperazione internazionale.

Al di là del taglio internazionale, con la presenza di rappresentanti di istituzioni mondiali come l’Oms e di importanti network europei, il convegno proporrà anche una prospettiva “dal Sud del mondo”, coinvolgendo operatori e professionisti locali che collaborano con le organizzazioni promotrici, nella speranza di restituire il senso più profondo della cooperazione allo sviluppo in ambito internazionale e per porre l’accento sul fattore determinante senza il quale nessun progetto di cooperazione all’estero, ancor di più in ambito socio-sanitario, può portare sviluppo: l’attenzione alla persona.

«Una realtà come la nostra, che si occupa di assistenza alla fragilità fisica e sociale non può ignorare il fatto che nel mondo le persone con disabilità spesso vivono ancora in condizioni di difficoltà e di affanno e che in Paesi in cui l’esistenza quotidiana è oggettivamente complicata, le persone con disabilità hanno ancora più difficoltà del resto della popolazione», spiega don Vincenzo Barbante, presidente della Fondazione Don Gnocchi «Oggi il rischio, di fronte a pronunciamenti apprezzabilissimi come la Convenzione Onu sulle Persone con Disabilità, è che restino sulla carta. Il nostro impegno è trasformarli in percorsi concreti, perché quei diritti possano essere realizzati, pur in mezzo a difficoltà oggettive, anche in luoghi veramente molto compromessi».

«Guardando in profondità a quello che intendo per cooperazione allo sviluppo direi che è un'attività più simile ad un’arte che ad una metodologia economica», aggiunge Marco Sala, direttore generale di Associazione La Nostra Famiglia. «È un’arte saper riconoscere e condividere un bisogno, saper utilizzare le risorse in modo discreto e rispettoso, saper accompagnare ed essere accompagnato nello stesso momento. Nella mia personale esperienza nel disegnare e implementare progetti di cooperazione allo sviluppo ho avuto la possibilità, direi anche l'onore, di incontrare persone di grande dignità e umanità. Persone che, anche dentro le grandi contraddizioni sociali come la povertà, la guerra e l'ingiustizia, mi hanno aiutato ad ammirare quanto sia diffusa l'umana aspirazione al bene, al bello e al buono».

«Occorre una presa di consapevolezza maggiore sul tema della disabilità che riguarda un miliardo di persone nel mondo e 5 milioni in Italia», sostiene Antonio Lissoni, presidente di Aifo. «Di qui l’importanza di una riflessione comune tra Ong che condividono la centralità della persona e il valore dell’inclusione nei programmi di cooperazione internazionale, in sintonia con quella Convenzione Onu sulle Persone con Disabilità che ha già provocato un cambiamento culturale profondo nell’approccio alla disabilità, ma che richiede ancora uno sforzo di approfondimento delle strategie e di adeguamento delle azioni».

Tra i relatori, l’arcivescovo di Bologna monsignor Matteo Zuppi; la coordinatrice Disabilità e Riabilitazione dell’Oms Alarcos Cieza; la referente Disabilità dell’Alto Commissariato Onu per i Diritti Umani Victoria Lee; la referente Disabilità di Aics (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) Mina Lomuscio; la referente Salute di ASviS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) Carla Collicelli e il presidente della RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo) e membro dell’European Disability Forum Giampiero Griffo.


In apertura immagine dal progetto Rwanda di Fondazione Don Gnocchi

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