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Nicoletta Mantovani, dalla sclerosi non si guarisce
Nicoletta Mantovani si è sottoposta all'intervento collegato al "metodo Zamboni" e ora "si ritiene guarita". Ma Aism ribadisce che purtroppo non esistono cure risolutive
di Redazione
Domenica 11 novembre i tg riportano la testimonianza di Nicoletta Mantovani, vedova di Pavarotti e presidente onoraria dell’associazione CCSVI nella sclerosi multipla, sarebbe guarita dalla sclerosi multipla grazie al metodo Zamboni. Abbiamo chiesto ad AISM un commento. Ecco le risposte del prof. Mario Alberto Battaglia, Presidente della FISM (Fondazione Italiana Sclerosi Multipla).
Giusto un mese fa avete reso noti i risultati della vostra ricerca CoSmo, per cui non c’è correlazione fra CCSVI e SM: come è possibile allora la testimonianza portata dalla signora Mantovani?
Dati scientifici concreti sono emersi dallo studio CoSMo di AISM, appena concluso. CoSMo è uno studio unico al mondo: è anzi il più ampio studio osservazionale e multicentrico con lettura in doppio cieco sinora effettuato, con un investimento di 1,5 milioni di euro. Svolto su un campione di 1165 persone con SM, a confronto con 376 controlli normali e con 226 persone con altre malattie neurologiche evidenzia che il 97% delle persone con SM non ha la CCSVI. E se il 3% è positivo lo è anche il 3% delle altre malattie neurologiche e il 2% delle persone sane: non sono stati evidenziati né differenze per le forme di sclerosi multipla e neppure fattori di rischio come l’età o il sesso. I dati, quindi dimostrano come l'Insufficienza venosa cerebro-spinale cronica non sia una patologia legata alla sclerosi multipla. Tra l’altro molti studi presentati all’ultimo congresso internazionale confermano le nostre conclusioni.
Capisco “migliorata” o anche “scomparsi i sintomi”, ma è possibile che sia “guarita”, come hanno detto in tv? Cioè, che la signora Mantovani non ha più la SM?
Di sclerosi multipla non si guarisce e ancora non esiste una cura risolutiva. La sclerosi multipla è una malattia complessa, che va affrontata a 360 gradi. Oggi ci sono trattamenti che rallentano la progressione della malattia, ogni forma di SM è un caso a sé, con un decorso differente da persona a persona. Le forme a ricadute e remissioni che sono le più frequenti hanno un andamento, come dice il nome, a ondate e tra un’attacco e il successivo possono passare anche molti anni senza manifestazioni di malattia. C’è anche la forma benigna che secondo le statistiche rappresenta anche il 20-30% e le persone con questa forma stanno bene anche a lungo. Quindi se si prova una cura in questi periodi è anche possibile credere sia effetto della cura quello che è normale andamento della malattia.
La discussione attorno al metodo Zamboni è accesissima: come può orientarsi un malato tra questi due poli?
I dati dimostrano che l'Insufficienza venosa cerebro-spinale cronica non è una patologia legata alla sclerosi multipla. Non c’è nessun motivo che possa indurre a curare la CCSVI per curare la sclerosi multipla. Oggi sono disponibili – ed altri arriveranno ancora – dati scientifici che consentono alla persona con SM di sapere che la CCSVI è rara e presente in tutti, anche i sani, e non c’è giustificazione a fare interventi che possono oltretutto avere un rischio del 3% di eventi gravi.
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