Comitato editoriale

Oasi WWF aperte per il World Wetlands Day

Il 31 gennaio si chiude la stagione venatoria e nell'occasione WWF Italia chiede che anche in Italia si elimini il piombo dalle munizioni e il bracconaggio. In occasione della Giornata mondiale delle zone umide, regno della biodiversità, Oasi aperte

di Antonietta Nembri

La stagione venatoria si chiude con la fine di gennaio e nei due giorni successivi – l’1 e 2 febbraio – per celebrare la Giornata mondiale delle zone umide (World Wetlands Day) le oasi del WWF di Toscana, Veneto, Lazio e Puglia resteranno aperte.
WWF Italia coglie l’occasione della chiusura della stagione venatoria per ricordare i principali problemi che derivano dalla caccia: bracconaggio di specie protette, inquinamento da piombo, Regioni che si oppongono alle decisioni europee e nazionali a tutela della fauna migratrice, ma anche la Legge nazionale sulla caccia non correttamente applicata

L’organizzazione chiede che anche in Italia sia eliminato il piombo dalle munizioni che è fonte di inquinamento, sostituendolo con leghe non tossiche entro il 2017 come è anche stato stabilito dall’Onu nel corso del meeting della Convenzione sulle specie migratorie in applicazione della “Convenzione di Bonn”. «Una decisione vincolante anche per il nostro Paese», sottolinea in una nota WWF.

La caccia, sia nella forma illegale del bracconaggio, sia nella forma legale autorizzata con provvedimenti regionali o nazionali, in Italia rappresenta uno dei fattori che contribuiscono alla perdita di biodiversità. E per il nostro Paese la situazione è grave soprattutto in considerazione del fatto che la penisola è un importantissimo “corridoio biologico”, attraversato ogni anno da oltre un miliardo di uccelli migratori che si spostano tra l’Africa, l’Europa e l’Asia per riprodursi e svernare.
«Nella campagna “Stop ai crimini di natura”, lanciata in questi mesi dal WWF Italia, abbiamo dovuto purtroppo constatare come i fenomeni legati alla caccia illegale e al bracconaggio, anche di specie protette e rare come lupi, orsi, aquile, persino cicogne, anche nei Parchi, non siano in diminuzione, nonostante l’impegno di forze dell’ordine (come il Corpo Forestale dello Stato) e la mobilitazione quotidiana di centinaia di guardie volontarie del WWF» ha dichiarato Donatella Bianchi presidente WWF Italia. «Aspettiamo da anni che l’Italia si adegui finalmente alla regole europee sulla tutela della fauna selvatica e sul controllo dell’attività venatoria, per una reale diminuzione dei suoi impatti negativi e per rendere operativa la “Strategia nazionale per la tutela della biodiversità”, approvata nell’ottobre 2011 dal Governo Italiano».
 
WWF in una nota definisce «un primo timido segnale positivo» il blocco in tutto il territorio nazionale voluto per la prima volta dal Governo dal 20 gennaio la caccia a tre specie migratrici: tordo bottaccio, cesena e beccaccia, in applicazione della direttiva europea sulla conservazione degli uccelli selvatici.
«Bene ha fatto il Governo a ricorrere ai poteri sostitutivi, come gli consente la legge e la Costituzione, nei confronti di quelle  regioni (Liguria, Toscana, Umbria, Friuli-Venezia Giulia, Veneto, Marche), che si ostinano a considerare gli animali selvatici come semplice “selvaggina” di cui disporre a proprio piacimento in nome di una inesistente “autonomia regionale ” in materia di disciplina della caccia», continua la nota di WWF Italia.

Il WWF Italia, ricordando che il sentimento generale degli italiani è di contrarietà alla caccia “selvaggia” e senza limiti (come dimostrato da numerosi sondaggi) auspica e chiede un atteggiamento maggiormente responsabile e collaborativo da parte delle Regioni e delle associazioni venatorie. Per bloccare chi continua violare le Direttive europee, il WWF continuerà a mettere in campo tutti gli strumenti, compresi quelli giudiziari, per accertare le responsabilità per i danni causati alle specie cacciate illegalmente e sono sempre allertati i nostri “ranger”, le guardie  volontarie WWF, contro ogni genere di bracconaggio ed illegalità per contrastare i crimini di natura.

Il 2 febbraio è il World Wetlands Day  in quanto si ricorda la firma della  Convenzione di Ramsar siglata in Iran il 2 febbraio 1971 a tutela delle zone umide di rilevanza internazionale, laghi, stagni e lagune particolarmente ricchi di biodiversità. La giornata è stata istituita per ricordare l’urgenza di difendere questi habitat e il loro ruolo insostituibile per le specie migratorie e per le numerose attività economiche che sostengono quali la pesca, il turismo e l’agricoltura. Circa due terzi delle zone umide d’Europa sono scomparse negli ultimi 50 anni e quelle che restano sono sotto pressione per l’inquinamento e i cambiamenti climatici.

L'appuntamento del 1 e 2 febbraio sarà quindi un’ottima occasione per osservare anatre, folaghe, aironi, i piccoli limicoli e molte altre specie che affollano durante l’inverno le zone umide e vivere un’esperienza di conoscenza e divertimento a contatto con la natura, partendo dalle oasi WWF aperte per l’occasione in Toscana, Veneto, Lazio, Sicilia e Puglia (programma in aggiornamento sul sito di WWF Italia).
 

Foto: Fenicotteri nell'Oasi toscana di Orbetello – Fonte WWF Italia

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