Comitato editoriale
“Se Arianna”: una famiglia racconta la disabilità di un figlio
Anna Visciani, neurologa, con il marito e i figli racconta in un libro la quotidianità della propria famiglia "diversamente normale" che ruota attorno ad Arianna, 24 anni, e alla sua disabilità
di Redazione
Arianna è una ragazzina cerebrolesa grave. Frequenta il CDD3 (Centro Diurno Disabili) al Centro IRCCS “S. Maria Nascente” di Milano della Fondazione Don Gnocchi. La sua vita è nelle mani di una mamma, un papà e due fratelli che raccontano la quotidianità di una famiglia normale, nella sua diversità. Intorno ad Arianna, portatrice di un handicap gravissimo, ruota la vita della sua famiglia: padre e madre neurologi, una sorella e un fratello venuti dopo di lei. Quattro voci che raccontano nel libro “Se Arianna” (Giunti editore), scritto dalla madre, Anna Visciani. Raccontano i drammi e la felicità di una vita “diversamente normale”, ciascuna da un punto di vista molto diverso, che si accordano armoniosamente grazie ad Arianna e all'amore che ognuno, a suo modo, prova per lei. «Noi abbiamo raccontato il nostro mondo e la nostra fatica senza voler insegnare nulla agli altri, perché ognuno di noi conosce una fatica diversa nel vivere la propria quotidianità e ha elaborato strategie per affrontare la quotidianità nel modo migliore. Non è facile, come dice quel titolo: “Se Arianna”, perché ogni genitore ha sempre il pensiero “se mio figlio non avesse questa disabilità”. L’accettazione è importante ma non va confusa con la rassegnazione. Noi ci siamo definiti famiglia diversamente normale perché abbiamo cercato di vivere la presenza di Arianna come membro attivo della famiglia, anche se ogni nostra scelta è stata legata alla sua disabilità. Riconoscere e accettare il figlio per quello che è cambia il rapporto, perché all’aspettativa si sostituisce l’amore per un figlio che darà sempre quello che può dare», dice la mamma in un’intervista alla web radio della Fondazione (su YouTube l'inervista completa).
Da una gravidanza serena che si ribalta nell’incubo di una patologia senza speranze di guarigione o di miglioramenti, Arianna vive nelle storie di Anna, Davide, Alice e Daniele, sconcertanti per la loro lucidità, tenerezza, crudezza, forza. Arianna che oggi ha 24 anni, incontra la Fondazione Don Gnocchi alla fine delle elementari e ci resta fino ai 18 anni, nella scuola speciale: «è stata un’esperienza bellissima, un periodo molto felice della sua esistenza». Il CDD che ora Arianna frequenta è sotto la scuola elementare che aveva seguito per tanti anni, lei ha ritrovato il suo ambiente ed è felice. «Io la preparo la mattina e magari si lamenta un po’, ma come capisce che sta per uscire per venire al Don Gnocchi, lei è felice», spiega la mamma. «Il problema più grosso è la sera, perché ha grossi problemi per addormentarsi. Diciamo che il suo mondo è dentro il Don Gnocchi, qui ha un comportamento molto più sereno di quando è a casa con noi».
La forza di Arianna e della sua famiglia che si sprigiona anche nella scrittura, che coinvolge il lettore sin dall’inizio, in una situazione ricca di umanità e dignità. Riflessioni profonde, emozioni forti e drammatiche, situazioni comiche e grottesche, sentimenti sinceri e naturali raccontati senza la censura del “politicamente corretto”, in un ritmo incalzante che tiene incollati alla pagina. E che ci fa interrogare, inevitabilmente, sulla vita.
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