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Comitato editoriale Fondazione Ronald McDonald

Vi racconto perché ho corso la maratona per costruire Casa Ronald Milano

Stefano Marco Paolo Rossi è un medico ortopedico, ma anche un maratoneta. Da due anni partecipa alla Milano City Marathon indossando la maglietta di Fondazione per l'infanzia Ronald McDonald. E non si ferma alla corsa nel suo impegno coinvolge amici e conoscenti per raccogliere fondi

di Antonietta Nembri

Correre una maratona non è uno scherzo, anche facendola in forma di staffetta con altri percorrendo una decina di km a testa. Eppure in occasione della Milano City Marathon sono migliaia le persone che si impegnano nella regina delle corse, al di là della competizione, per partecipare al Charity Program. Tra loro per il secondo anno consecutivo anche Stefano Marco Paolo Rossi, chirurgo ortopedico che opera alla Fondazione Poliambulanza di Brescia. 

Due anni di corsa coinvolgendo altri maratoneti

«È il secondo anno che partecipo per Fondazione McDonald, ma al mio attivo ho diverse maratone, quattro volte ho percorso tutti i 42,195 chilometri, le altre volte in staffetta» precisa Rossi. Da due anni la fondazione aderisce al Charity program della maratona milanese con un obiettivo preciso: sostenere la costruzione della Casa Ronald Milano che aprirà nel 2026 e che sarà la più grande d’Italia. 

Stefano Rossi

«Sono riuscito a coinvolgere mia moglie nella corsa, ma non solo lei», racconta Rossi che, lo scorso anno grazie alla partecipazione alla staffetta ha dato un buon contributo alla raccolta fondi collegata al Charity Program. «Tutte le volte che mi iscrivo faccio un link a Rete del dono e lo segnalo in tutte le chat in cui sono e tra i colleghi. In pratica diffondo l’iniziativa ovunque: dal mio profilo su Linkedin ai correlatori in un convegno… l’anno scorso ero riuscito a sollecitare la raccolta di un migliaio di euro, quest’anno credo di essere stato uno di quelli che hanno raccolto più fondi».

Personal fundraiser

E non mancano gli aneddoti in questa iniziativa come personal fundraiser «Mi hanno scritto anche dei colleghi da Madrid, al di là dei complimenti per la maratona. Nel mio piccolo ci provo a creare un network a coinvolgere le persone sia attraverso contributi sia organizzando le staffette», dice soddisfatto Rossi che quest’anno ha coinvolto oltre agli amici anche due società sportive di corsa e triathlon. «Quest’anno per Fondazione McDonald eravamo in parecchi, ma spero che i numeri cresceranno e poi… ammettiamolo partecipare alla Milano Marathon dà energia e ti fa rendere conto che basta poco per dare una mano». 

Un impegno che per Rossi è «contagioso. La zona cambio della maratona era lunga due chilometri, migliaia di persone e poi musica e sorrisi. Una vera festa con corso Vittorio Emanuele pieno di stand».

Casa Ronald a Brescia

A Brescia Fondazione per l’Infanzia Ronald McDonald ha una struttura di accoglienza, Casa Ronald Brescia , dove lavora Rossi però non c’è la pediatria, quindi da dove nasce questo impegno nella raccolta fondi? «Prima di arrivare a Brescia nel 2020 mi sono specializzato a Pavia dove ho un po’ bazzicato la pediatria e ci si rende conto che le famiglie dei piccoli pazienti hanno bisogno di un supporto, soprattutto a fronte di bambini che vengono ricoverati per mesi», risponde.
E aggiunge «ho conosciuto la direttrice generale della Fondazione e il progetto della Casa Ronald di Milano, sto seguendo le loro iniziative e questa nuova struttura sarà fondamentale perché potrà dare davvero un grande aiuto alle famiglie».

In apertura lo stand della Fondazione per l’infanzia Ronald McDonald con Stefano Rossi al termine della Milano Marathon – Tutte le immagini sono di ufficio stampa