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Con i miei trucchi il miracolo dell’allegria

Abracadabra ; dai bambini di Como a madre Teresa, gli spettacoli sorprendenti e benefici di un salesiano speciale.

di Antonietta Nembri

La piccola Carlotta guarda la bottiglia sul tavolino, non si perde una mossa dell?uomo con gli occhiali. La bottiglia scompare e la bambina, con l?ingenuità di tutti i bambini, va guardare sotto il tavolo: nulla di nulla. Carlotta rimane lì, stupita, sul palco. Applausi e risate si sprecano. Scene da ordinario spettacolo di magia. Non in un teatro o al circo, ma in un oratorio di Busto Arsizio. Quello che si svolge sul palcoscenico non è uno spettacolo qualunque, sul palco non c?è un prestigiatore in frac: i trucchi questa sera li compie il mago Sales, al secolo don Silvio Mantelli, salesiano cinquantenne, dai capelli già bianchi, gli occhialini rotondi che nascondono due vivacissimi occhi azzurri. La missione che si è scelto? Far sorridere i più piccoli, portare almeno il sorriso su tutti i volti, anche di chi soffre. Don Silvio segue le orme di don Bosco, protettore dei prestigiatori, ma con una differenza: «Anche san Giovanni Bosco per far divertire i suoi ragazzi faceva dei giochi di prestigio», racconta il mago Sales ai bambini che lo guardano con gli occhi e la bocca spalancati. «Poi lui è passato ai miracoli: la solita concorrenza sleale dei santi». Qualche piccolo miracolo lo compie anche il mago Sales: non esibendosi sul palcoscenico con i tanti personaggi in cui si cala abitualmente, come il mago Merluzzo, ma girando per il mondo e raccogliendo fondi per i bambini schiavi. Il mago-sacerdote ha fondato un?associazione che porta il suo nome, promuove adozioni a distanza e sostiene le missioni salesiane nel mondo. Ma come accade che un sacerdote salesiano diventi un mago che si esibisce in oltre duecento spettacoli all?anno in tutti i continenti, dagli oratori dell?hinterland torinese alle missioni in mezzo alle foreste, e che tra i suoi spettatori ha avuto anche madre di Teresa di Calcutta? Tutto nasce da un ?pallino?, dal pallino della magia che è arrivato molto prima della vocazione sacerdotale. «C?era un amico di famiglia che faceva dei trucchi con le carte. Insomma, faceva il baro, e io lo seguivo nelle osterie di Torino», racconta don Silvio con gli occhi che sprizzano allegria. «Giocavamo in coppia, a scopa, e vincevamo sempre. Roba da poco, però: la consumazione al massimo. Ma era bello vincere. Poi siamo stati scoperti. Ero piccolo, avevo 14 anni, e me la sono data a gambe. Il mio amico invece le ha prese. Ecco, la mia avventura di ?baro? è finita lì. Però la passione per i trucchi mi è rimasta». Una passione che continua anche quando Silvio Mantelli entra in seminario, negli anni Sessanta: accanto ai libri di teologia e pedagogia (ha due lauree), nella sua libreria c?è posto anche per i libri di magia. «Ho scritto ai maghi e li ho incontrati, sono loro che mi hanno insegnato molti giochi: forse si divertivano a insegnare a un seminarista». Una volta diventato prete Mantelli ha continuato a coltivare questa passione, a fare spettacoli, anche se non sempre i superiori comprendevano questa sua passione. «Ma io ho sempre continuato, nei teatri, negli oratori, un po? ovunque». Il Mago Sales sostiene che stare sul palcoscenico è un po? un modo per combattere la timidezza, un modo diverso di fare ?la predica?. «Don Bosco diceva sempre che il sorriso è il mezzo per avvicinare i bambini, quindi anche le famiglie: ?Se volete che i ragazzi vi seguano, amate quello che fanno i ragazzi?, diceva. E io nei miei spettacoli sono un po? un bambino: le cose devono accadere. Non sono io che faccio sparire la bottiglia: è questa che sparisce. Per i bambini gli oggetti sono qualcosa che recita, nel gioco tutto è animato. Le cose accadono e il primo a stupirsene è proprio il mago». ?Le cose accadono?: sembra quasi un ritornello nel racconto di don Silvio Mantelli. E accade qualcosa di imprevisto: uno studente del mago Sales – che quando non fa apparire foulard dalle maniche fa anche l?insegnante – parte per il Brasile in missione, lui lo va a trovare e fa uno spettacolo. «Tra il pubblico c?era un bambino che mi chiese di farlo guarire: ecco una magia che io non sapevo fare. Ma c?era qualcosa invece che si poteva fare: curarlo. Ho chiesto aiuto, abbiamo organizzato degli spettacoli e raccolto dei fondi, in questo modo Paolino è stato curato». Girando per il mondo, don Silvio ha incontrato altre situazioni, altri bambini che avevano bisogno di ?magie? diverse e particolari: come i bambini schiavi del Pakistan, o i piccoli cambogiani e ancora i meninos de rua brasiliani. Come fare per aiutare tutti? Ecco l?idea dell?associazione e l?idea delle adozioni a distanza. «Il mio motto è ?mille lire al giorno?, meno di un caffè. Così chiunque può aiutarmi a salvare questi piccoli, a farli studiare». Ma c?è un altro ingrediente importante per le ?magie? del mago Sales: la meraviglia. Come quella che letta sul viso di Madre Teresa, un incontro particolarmente caro a don Silvio Mantelli. «Sono andato a fare dei giochi in una scuola materna di Calcutta. Per quei bambini avevo già raccolto cinquecento dollari tra i bambini di una scuola materna di Fenegro, vicino a Como. Ecco, allora ho fatto una ?magia?. Davanti a madre Teresa ho preso un biglietto da 10 rupie e l?ho ?trasformato? in cinquecento dollari, e glieli ho consegnati. Ecco, la sorpesa di madre Teresa è stata quella dei bambini: l?umiltà e la semplicità di quella donna erano eccezionali. Sono le persone intelligenti quelle che capiscono la magia e la semplicità». Il prete mago ora chiude dentro alcune grandi casse i suoi trucchi, i pezzettini di stoffa colorata, i palloncini, i costumi multicolori. Sul palcoscenico s?erano trasformati in un mondo fantastico che soprattutto i bambini vivono in tutta la sua bellezza. Lo spettacolo è finito da poco, ma la magia continua ad agire, una ?magia? un po? diversa: è il grande trucco dell?amore che riesce a trasformare dieci rupie in cinquecento dollari, e un caffè nella salvezza di un bambino. ? L?opinione di Arturo Brachetti Maestro di gioco e di vita Don Silvio Mantelli è il più Don Bosco di tutti i salesiani. Don Bosco, che è anche il protettore degli illusionisti, faceva giochi di prestigio ed era il Berlusconi dell?eduzione alla fine dell?800. Don Matelli è partito come illusionista e, grazie alla sua bravura, oggi può reinvestire il suo talento in opere di beneficenza. È un missionario un po? particolare. Ha ribaltato le regole e le consuetudini per poter salire più in alto, un po? come tanti santi che sono tali perché hanno fatto qualcosa in più del loro dovere. Anche È uscito dai soli ti canoni della ?canonica?: nessun prete raccoglie tutti quei soldi per una missione e riesce allo stesso tempo a far parlare di sé per una nobile causa. Usa mezzi non ortodossi, insomma, per fare del bene in modo molto ortodosso. È stato anche il mio maetro di magia. Allora non era ancora prete, aveva una stanza piena di libri e giochi di prestigio, a lui devo le chiavi di questo mondo fantastico e io mi ci chiudevo dentro. Grazie a lui ho imparato i primi giochi e i trucchi. È stato grazie al suo darmi confidenza al suo incoraggiarmi che ho sconfitto la mia timidezza.La mia stima per lui è grandissima, anche per quella sana incoscienza tipica del missionario che parte per un progetto più grande di sé e riesce a realizzarlo. Ecco Don Silvio si è impegnato in un progetto utilissimo rivolto ai bambini più poveri del mondo.


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