Famiglia
Con la sua eredità la più grande ong del Brasile. Senna, 3 milioni di figli
Miti. Parla la sorella del grande pilota di F1. Dieci anni fa moriva a Imola il pilota più amato. Intervista a Viviane Senna (di Sandra Vieira).
di Redazione
Il primo maggio 1994 il Brasile perdeva un mito, un esempio, un leader sportivo. Il mondo perdeva uno dei più grandi piloti che la Formula 1 abbia mai visto. “Era un pilota talmente perfetto che nessuno immaginava che potesse succedergli qualcosa”, disse allora l?ex compagno alla McLaren e amico, Gerhard Berger. Grazie al suo carisma, la Formula 1, da sport di élite era diventato sport popolare in Brasile e sia Mario, il venditore di hot dog a Rio, che João, l?avvocato di Minas Gerais, sia Roberto, il pescatore di Santa Catarina, che Maria Aparecida, professoressa a Bahia, condividevano la stessa passione, lo stesso idolo. Tutti, non importava chi fossero, cosa facessero o da dove venissero, in Brasile amavano “Ayrton Senna do Brasil”, come veniva chiamato da un famoso presentatore televisivo, Galvão Bueno. “Per tutti, quelle domeniche di F1 erano speciali. I sorpassi incredibili di cui mio fratello era protagonista sono indimenticabili e facevano battere più forte i nostri cuori. Riusciva a risvegliare l?emozione della vittoria in ognuno di noi. Riusciva a trasmettere il potere di raggiungere gli obiettivi”, spiega la sorella Viviane Senna, oggi presidente dell?Istituto Ayrton Senna.
Viviane fino alla tragedia faceva la psicologa a São Paolo. Donna molto riservata, come tutta la famiglia Senna, ha cambiato da allora la sua vita per dar corpo al sogno del fratello. Nello stesso anno della scomparsa del campione, infatti, fonda l?Istituto Ayrton Senna, oggi la più importante ong per l?educazione infantile e lo sviluppo umano nel mondo.
Vita: Senna non ha mai nascosto la sua inquietudine sulle condizioni di disuguaglianza sociale in Brasile, soprattutto per quanto riguardava i bambini. Quando nasce l?idea di creare l?Istituto Ayrton Senna?
Viviane Senna: Mio fratello aveva un grande amore e molta dedizione per il suo Paese e il suo popolo. Un sentimento che si poteva vedere a ogni vittoria, quando agitava la bandiera gialloverde. Ma non finiva lì: Ayrton credeva fosse possibile migliorare la vita di milioni dei suoi ammiratori. E sapeva che, se qualcosa poteva essere cambiato, si doveva cominciare dai bambini. Due mesi prima del suo incidente a Imola, nel 1994, Ayrton mi ha raccontato dei suoi progetti per creare qualcosa di concreto, per facilitare il cambiamento in meglio delle condizioni sociali dei bambini e degli adolescenti brasiliani.
Vita: Il Brasile ha perso Senna, ma i suoi valori restano vivi con la creazione di un?istituzione nel settore sociale. Come è rappresentato il campione nell?istituto?
Viviane: Ayrton è uno dei più grandi atleti della storia. È riconosciuto in tutto il mondo per il suo eccezionale talento, per la determinazione e la magica performance nelle piste. Lui era motivato dall?ideale di raggiungere la perfezione e dalla passione per la velocità. E l?istituto persegue il suo ideale proponendo i valori che ci ha lasciato in eredità: determinazione, motivazione, tenacia, patriottismo e ottimismo che ci aiutano a scoprire il campione che esiste dentro ognuno di noi.
Vita: Perché l?Ias ha scelto di lavorare esclusivamente nell?educazione?
Viviane: Noi crediamo che per cambiare il Brasile sia necessario cominciare dai bambini e dai giovani, offrendo loro le condizioni per svilupparsi integralmente e diventare campioni nella scuola e nella vita. Tutto il lavoro dell?istituto è basato sul paradigma dello sviluppo umano, che afferma che tutti nascono con delle potenzialità e hanno il diritto di svilupparle. Ma, per fare questo, hanno bisogno di opportunità. E sono giustamente le opportunità educative che trasformano davvero le potenzialità delle persone in competenze affinché possano esistere, vivere e lavorare nella complessa società contemporanea.
Vita: L?Istituto Ayrton Senna è stato nominato dall?Unesco ?Cattedra in educazione per lo sviluppo umano? e adesso è riferimento nel settore. Cosa rappresenta per voi questo titolo?
Viviane: Il programma di cattedre dell?Unesco è inedito per le ong. L?Ias, che propone e implementa nella pratica il concetto di educazione per lo sviluppo umano, è riconosciuto dall?Unesco come centro di riflessione, ricerca e produzione di conoscenza in questo settore, in tutto il mondo. Questo ci onora e aumenta la nostra responsabilità per continuare a lavorare e a generare risultati.
Vita: E per il Brasile, cosa rappresenta questo titolo?
Viviane: Abbiamo un riconoscimento di qualità ed efficacia del nostro lavoro che è a disposizione di qualsiasi ong, del governo e di tutte le aziende che vogliano lavorare insieme a noi per raggiungere un numero ancora più grande di giovani che possano godere dei nostri programmi di educazione per lo sviluppo umano.
Vita: Secondo lei, in Brasile, qual è il ruolo delle organizzazioni non governative per la costruzione e lo sviluppo di una società migliore?
Viviane: Per affrontare l?enorme sfida sociale del Brasile, le ong non devono lavorare isolatamente, ma in un?ottica di cor-responsabilità fra potere pubblico, mondo imprenditoriale e Terzo settore. Soltanto unendo idee e ideali e creando partnership, alleanze e altre forme di associazione fra organizzazioni dei tre settori si può riuscire a costruire un Paese competitivo, giusto e democratico.
Vita: E cosa ci si aspetta da questo settore per ridurre i problemi sociali?
Viviane: Dal primo settore ci si aspetta un miglioramento della qualità delle politiche pubbliche. Dal mondo imprenditoriale si desidera un ruolo più attivo nell?affrontare le disuguaglianze sociali, portando non soltanto aiuto finanziario, ma contribuendo anche nella gestione, con programmi che ci consentano di fare di più, ottenendo migliori risultati con il minimo di risorse. E, per concludere, da parte del Terzo settore ci si attende sensibilità, spirito di lotta e creatività per produrre le conoscenze e le esperienze necessarie per avere l?investimento sociale.
Sandra Vieira
Info:
Ayrton, che numeri
“Se vogliamo cambiare qualcosa, dobbiamo cominciare dai bambini e dall?educazione”, disse Ayrtone a sua sorella Vivianne pochi mesi prima di morire. Senna voleva creare un centro di assistenza all?educazione brasiliana. Un desiderio diventato realtà nello stesso 94 che segna la sua morte, ma anche la nascita di un suo sogno. “Senna non riusciva a sopportare l?idea che un bambino, solo perché era nato in una condizione sfortunata, non potesse studiare”, ricorda la sorella Viviane. Il prossimo novembre l?Istituto Ayrton Senna (Ias), ong non profit, compie 10 anni con cifre degne di un podio: 3.931.000 bambini hanno beneficiato dei programmi educativi in 24 Stati brasiliani (su un totale di 26 Stati e un Distretto federale), con l?aiuto di 3.375 partner fra cui altre ong, scuole e università. L?Ias opera nei settori dell?educazione formale e dell?educazione complementare. Nell?ambito dell?educazione formale sono stati sviluppati dei metodi per accelerare l?apprendimento, per combattere l?analfabetismo e aiutare la gestione di alcune scuole. L?educazione complementare, invece, ha portato avanti tecniche che utilizzano lo sport, l?arte e il lavoro con i giovani per lo sviluppo di competenze personali, sociali e produttive. Per i programmi e i risultati ottenuti, l?anno scorso l?Istituto Ayrton Senna ha ricevuto il titolo di ?Cattedra in educazione per lo sviluppo umano?, diventando così un riferimento mondiale nel settore del sapere e dello sviluppo formativo di bambini e adolescenti. È stata la prima ong in tutto il mondo a ricevere questo titolo dall?Unesco, di solito concesso a università e centri di studio e ricerca. Tra le molte iniziative per ricordare Senna segnaliamo, il 28 aprile alle ore 19.30 all?Istituto Brasile Italia (Milano, via Borgogna 3), la proiezione di Alla grande, multivisione di Lido Andreella con le fotografie di Angelo Orsi ed Ercole Colombo. Intervengono i giornalisti Enrico Benzing, Ezio Zermiani e Giorgio Terruzzi.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.