Welfare
Conferenza Nazionale Dipendenze? Un teatrino senza interlocutori
Il 27 e 28 novembre 2021 si terrà a Genova la VI Conferenza Nazionale sui problemi connessi alla diffusione delle sostanze stupefacenti e psicotrope. Ma tra i convocati non figura Ser.CO.Re, la realtà che rappresenta tra gli altri Fondazione Exodus e Casa del Giovane di Pavia

«Non solo non siamo mai stati invitati. Ma nessuno ci ha mai risposto». A parlare con amarezza è Pietro Farneti consigliere delegato della Fondazione Eris e presidente di Ser.Co.Re – Servizi Comunità Reti Educative una nuova associazione rappresenta il settore dei servizi per le dipendenze, salute mentale, comunità adolescenti e cooperative sociali di lavoro di Milano, Varese, Brescia, Sondrio, Monza, Pavia, Bergamo, Lodi.

Tra i partecipanti figurano storiche e rilevanti come Fondazione Exodus, la Cooperativa Sociale Casa Del Giovane di Pavia e l’Associazione Kyros. Ma a cosa a chi si riferisce Farneti nel suo sfogo? È presto detto: il 27 e 28 novembre 2021, si terrà a Genova la VI Conferenza Nazionale. Ma Ser.CO.Re non è stata invitata. Non solo «abbiamo contattato, o provato a contattare Flavio Siniscalchi, capo del Dipartimento Politiche Antidroga e la ministro per le politiche giovanili Fabiana Dadone. Nessuno ci ha mai risposto». Farneti chiarisce subito: «il nostro non è un problema di protagonismo. La nostra rete è nazionale, rappresenta non solo molte realtà lombarde ma anche sarde, calabresi, siciliane. Quello che ci ferisce è che vorremmo dare un contributo».
A chiarire il bisogno di queste rappresentanze escluse è Simone Feder, psicologo della Casa del Giovane di Pavia.

«Quello che vorremmo dire in quella sede è che qui in Lombardia abbiamo una legge molto innovativa che pone un cambio di paradigma. Oggi si guarda solo alla punta dell’iceberg, a cocaina ed eroina. E tutto gli altri disagi e disturbi. Chi racconta tutto il mondo dei disturbi dell’alimentazione, del cutting o del gambling? Se non raccontiamo la verità in questi grandi appuntamenti come riusciremo a cambiare il nostro intervento. Serve una rete a 360 gradi che coinvolga anche tutto il mondo educativo e che porti gli operatori ad uscire e andare incontro ai ragazzi».
Per poter portare questo contributo, «ci siamo affidati ad alcuni amici che fortunatamente abbiamo come San Patrignano, cui abbiamo affidati le nostre osservazioni. Ma è doloroso essere ignorati. Abbiamo know how e conoscenze che così vengono umiliate. Il non rispondere è un messaggio chiaro per quello che ci riguarda», sottolinea ancora Farneti.
«Noi però si va avanti uguale. È importante che si dica forte e chiaro che dalla droga si esce, che sono problemi che si risolvono. Ma è la relazione che salva. Niente altro. Le comunità in uscito hanno portato a creare servizi nuovi che fanno la differenza sui territori. Noi la gente oggi l’andiamo a prendere dove si trova. Pensiamo al boschetto di Rogoredo», conclude Feder.
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