Famiglia

Congo: Amnesty, 11 mila bambini soldato mancano all’appello

11imila dei circa 30mila bambini sequestrati e costretti a combattere durante la guerra 1998-2003 in Congo o usati come schiavi sessuali sono ancora nelle mani dei gruppi armati o risultano dispersi

di Redazione

Undicimila dei circa trentamila bambini sequestrati e costretti a combattere durante la guerra 1998-2003 nella Repubblica Democratica del Congo o usati come schiavi sessuali sono ancora nelle mani dei gruppi armati o risultano dispersi. Questo il drammatico allarme lanciato da Amnesty International, in un rapporto dal titolo ”Bambini in guerra: creando speranza per il loro futuro”. Nel rapporto l’organizzazione ricorda gli sforzi internazionali lanciati tre anni fa per il recupero dei minori e per garantire il loro rientro a casa. Con l’aiuto di un fondo internazionale di 200 milioni di dollari, il governo congolese ha avviato nel 2004 il programma di ”disamo, smobilitazione e reintegro” rivolto a circa 150mila combattenti nella Repubblica democratica del Congo, tra loro i 30mila bambini. ”Ad oltre due anni dal varo ufficiale del piano nazionale nel luglio 2004, almeno undicimila bambini starebbero ancora con i gruppi armati, o risultano dispersi”, si legge nel rapporto. Inoltre ”la maggioranza dei bambini liberati e che hanno fatto rientro nelle loro comunita’ di origine, al momento non hanno ricevuto aiuto o solo scarso appoggio per il ritorno alla vita civile, ne’ sono state loro offerte le opportunita’ di formazione adeguate”, si legge ancora nel testo. Il rapporto si conclude con un appello al governo che emergera’ dalle elezioni del 29 ottobre affinche’ faccia del reintegro di questi minori una priorita’. ”Il nuovo governo deve considerare sua massima priorita’ il garantire che tutti i bambini legati alle forze armate vengano rilasciati, protetti e venga loro fornita un’educazione e formazione significativa oltre ad ogni opportunita’ che consenta loro di restare all’interno delle rispettive comunita’. Si tratta dell’unico mezzo atto a prevenire un nuovo reclutamento ed un ulteriore abbandono di questi bambini”.

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