Volontariato

Consumatori sotto assedio

Tariffe telefoniche in balia dei gestori. Banche che applicano commesse indebite sui cambi. Ma cosa si può fare per difendere i diritti degli utenti?

di Riccardo Bonacina

L? intreccio di episodi delittuosi a Milano e dei dati sulla giustizia in Italia rilanciati dalle procure generali per l?inaugurazione dell?anno giudiziario hanno creato un groviglio di equivoci in cui stupide banalità e pregiudizi si sono sposati con i ragionamenti pensosi, e al più, inutili, dei procuratori generali. Proviamo a uscirne con almeno due idee chiare.
La prima: la giustizia in questo Paese è malata perché inefficiente, lenta, non imparziale. Il rito dell?apertura dell?anno giudiziario è da qualche anno per i responsabili dell?amministrazione della giustizia l?occasione di proclamare la propria innocenza di fronte a colpe più che oggettive. Da cui la litania impressionante dei numeri sulle cose che non vanno, e che i cittadini, ahimè, conoscono fin troppo bene. La durata dei procedimenti che ogni anno si allunga; tribunali sommersi dalle cause civili; una percentuale impressionante (sopra il 95%) di reati impuniti; la mancanza di uomini e mezzi; lo smarrimento di una cultura e di una prassi investigativa (il 70% delle forze di polizia è impiegata oggi in attività burocratiche) in un procedimento giudiziario che ha ceduto alle lusinghe del protagonismo politico e ormai non si affida che al pentitismo o, peggio, alla delazione. Fa specie che tra magistrati e procuratori (gli stessi che hanno lasciati in libertà gli albanesi che tenevano in schiavitù a Milano decine di bambini non presentandosi neppure all?udienza) numerosi accusano un aumento delle garanzie e troppi invochino leggi più severe. Ma dove vivono questi signori? Comincino ad applicare le leggi (troppe) che ci sono.
La seconda: in questo Paese non c?è nessuna invasione di immigrati. Essi raggiungono a malapena, compresa la stima di illegali, il 2% della popolazione. Gli altri Paesi europei hanno una quota di extracomunitari vicina o superiore al 6%. Persino Antonio La Torre, procuratore generale di Cassazione, ha parlato di ?invasione continua?. Uno svarione: trattasi piuttosto di ?aggressione continua? dei trafficanti di uomini. Svarione grave perché se fosse chiaro che non di invasione si tratta ma di aggressione da parte delle multinazionali del crimine la risposta del governo sarebbe più forte. Il nostro ministro degli Interni parlerebbe meno e agirebbe di più. Per esempio si darebbero un taglio ai sostegni al governo albanese sino a che da Valona non parta più nessuno scafo, sino a che Tirana non dia un segno concreto di rispetto degli accordi stipulati. Colpisce che il Forum delle Comunità straniere abbia chiesto allo Stato italiano più protezione dalla criminalità d?importazione che ha buon gioco nell?arruolamento di immigrati disperati. Al di là di questo si tratta di parole in libertà, di polemiche di bottega, oltre che, ovviamente, di problemi di sicurezza e protezione sociale che la presenza in Italia di un milione di immigrati non fa che sottolineare. Per il resto è come se si volesse vuotare il mare con un secchiello d?acqua.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.