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Consumi: occhio all’etichetta del miele

L'alimento potrebbe contenere infatti del miele prodotto in Cina che non risponde a regole sanitarie

di Carmen Morrone

Gli apicoltori italiani riuniti, in Toscana, a Montalcino, per “gli Stati Generali” del settore, lanciano un grido d’allarme: “Cari consumatori fate attenzione all’etichetta del vostro miele preferito e scegliete quello che ha l’orgoglio di dichiarare la propria carta d’identita’”. Il consiglio degli apicoltori italiani nasce dalla preoccupazione, non senza giustificazione, dell’arrivo massiccio e imminente sui nostri mercati del miele cinese. “Quello stesso miele dagli “occhi a mandorla” in cui da anni si ritrovano adulterazioni e sofisticazioni, e che soltanto due anni fa era stato bandito in tutto il mondo e dall’Europa perche’ contenente un antibiotico killer (il temibile cloramfenicolo) e oggi “riammesso” sui nostri banchi di vendita, previa una semplice autocertificazione da parte dell’esportatore cinese. Una scelta leggera questa di Bruxelles – si legge in una nota degli apicoltori italiani – dove si sacrifica la certezza della salubrita’ agli interessi di scambio economico/commerciale considerato d’importanza “prevalente e superiore”. Gli apicoltori italiani, per precauzione, invitano allora “a leggere con attenzione quanto riportato in etichetta”. La nuova normativa europea d’etichettatura del miele fornisce comunque un piccolo e parziale aiuto ai consumatori: dal 1 agosto, infatti, e’ entrata in vigore, a livello comunitario, la cosiddetta etichetta di origine obbligatoria per i mieli che provengono da un solo paese – misura utile per riconoscere e distinguere il prodotto italiano da quello di importazione – che impone di indicare il paese in cui il miele e’ stato prodotto. “Una normativa importante, attesa da anni da tutto il settore – spiega Francesco Panella, presidente dell’Unione Nazionale degli Apicoltori Italiani – che, finalmente, consente al consumatore di scegliere i mieli che hanno l’orgoglio ed il coraggio di declinare la propria carta d’identita’ e d’origine. Solo i prodotti artigianali, pero’, pongono adeguatamente in risalto in etichetta nome, cognome ed indirizzo; quelli di origine industriale, invece, si avvalgono di un escamotage: quando il miele proviene da piu’ Paesi l’Unione Europea consente di utilizzare la definizione di “Miscela di mieli”, impedendo di avere informazioni di sorta sull’origine del prodotto. I consumatori hanno, quindi, un elemento in piu’ per la loro scelta ma debbono essere consapevoli che, al termine “miscela di mieli”, puo’ corrispondere ad un prodotto frutto di lavorazioni industriali con l’aggravante che possa contenere nella “miscelata” del “miele” d’origine cinese.


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