Non profit

Contratti a progetto, i dettagli sono tutto

Gli elementi essenziali perché sia valido

di Redazione

Anche nelle organizzazioni non profit per disciplinare i rapporti di lavoro dei collaboratori si ricorre spesso a forme contrattuali diverse dal contratto di lavoro subordinato a tempo pieno e indeterminato. Partiamo, per la loro analisi, dal contratto a progetto. Nelle prossime settimane gli altri approfondimenti che terranno naturalmente conto delle eventuali novità introdotte dalla riforma Fornero.
Il contratto di lavoro a progetto disciplina un rapporto di lavoro non subordinato, nel quale cioè il lavoratore non è un dipendente dell’organizzazione committente, ma svolge la propria attività lavorativa autonomamente, seppure coordinandosi in via continuativa con l’organizzazione medesima. Questa tipologia è stata introdotta dalla legge n. 276 del 2003 con l’intento di regolamentare l’elevato numero di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa e, soprattutto, di eliminare quelli non genuini. Per raggiungere l’obiettivo il legislatore ha stabilito che i rapporti di collaborazione coordinata e continuativa debbano essere riconducibili a uno o più progetti specifici, programmi di lavoro o fasi di esso. L’esistenza del progetto è dunque un elemento necessario per la validità del contratto.
Tralasciando in questa sede la distinzione tra “progetto”, “programma di lavoro” e “fase di esso”, ciò che conta è che il progetto sia adeguatamente specificato. In particolare il contratto di lavoro, che deve essere stipulato in forma scritta, deve contenere un preciso e circostanziato piano di lavoro o risultato, connesso all’attività principale o accessoria della organizzazione committente; devono dunque essere individuati l’obiettivo che si intende raggiungere e le attività necessarie per il suo perseguimento. Il progetto però non può coincidere con l’oggetto sociale dell’organizzazione datrice di lavoro, né può consistere in un mero elenco di mansioni affidate al collaboratore. È necessario che il progetto contenga una illustrazione delle attività richieste al collaboratore tale da permettergli di ben comprendere cosa debba fare, senza che siano necessarie successive istruzioni integrative da parte della committente. Il contratto di lavoro a progetto deve poi contenere l’indicazione della durata della prestazione di lavoro, il corrispettivo e le modalità di pagamento, la disciplina dei rimborsi spese, le forme di coordinamento del lavoratore a progetto con la committente nonché le misure per la salute e la sicurezza del collaboratore a progetto. È infine possibile concordare delle fasce orarie di svolgimento della prestazione lavorativa senza però vincolare il collaboratore al rispetto di un orario di lavoro.

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