Alleanze

Contro la violenza di genere azioni concrete, in nome di Giulia

Il protocollo d’intesa siglato fra Coop e Fondazione Giulia Cecchettin prevede l’avvio di progetti di formazione e di sensibilizzazione. Maura Latini, presidente Coop Italia: «Un’operazione complessa ma necessaria, che include i nostri dipendenti e si apre alla società civile». Gino Cecchettin: «Solo attraverso alleanze ampie e trasversali possiamo costruire una società più consapevole»

di Ilaria Dioguardi

azioni concrete nel segno della prevenzione e del contrasto alla violenza di genere. È questo l’obiettivo del protocollo d’intesa a cui hanno dato avvio Coop e Fondazione Giulia Cecchettin. A Roma, nella sede della Stampa estera a palazzo Grazioli, hanno presentato i progetti di formazione e di sensibilizzazione che coinvolgeranno dipendenti di Coop, soci e consumatori nei prossimi mesi. Le due realtà sono unite dallo scopo di affermare la cultura del rispetto, promuovere l’educazione agli affetti, affrontare e superare le criticità nelle relazioni di genere e valorizzare relazioni paritarie. Per Coop si tratta di un ulteriore passo nell’ambito della campagna “Dire, Fare, Amare” sull’educazione alle relazioni sostenendo anche la proposta di legge di iniziativa popolare “Diritto a stare bene” per l’istituzione di un servizio pubblico di psicologia che arrivi anche nelle scuole.

Una parola prima di tutte: prevenzione

Il protocollo d’intesa tra Coop e Fondazione Giulia Cecchettin è una collaborazione fra due realtà diverse, ma che hanno una identica finalità. Per Coop l’accordo entra a pieno titolo nella campagna sull’educazione alle relazioni “Dire fare amare”, lanciata lo scorso marzo, con una indagine svolta insieme a Nomisma sul percepito dagli italiani sul tema e sulla necessità dell’obbligatorietà di questa educazione nella scuola su cui il 70% del campione intervistato (2mila persone tra i 18 e i 64 anni) si è espresso favorevolmente.

«È per noi di Coop un grande piacere aver fatto un passo avanti con il progetto pluriennale Close the Gap sul tema della lotta alla violenza di genere», ha affermato Maura Latini, presidente Coop Italia. «Da anni ci impegniamo per sostenere le donne vittime di violenza e le case famiglie che le accolgono, le nostre coop si fanno carico di assumere donne che stanno uscendo dalla violenza. Sempre con un grande malessere e dolore nel non riuscire a fare qualcosa affinché i drammi della violenza di genere non avvengano», ha continuato Latini.

«Ora la campagna sull’educazione alle relazioni “Dire fare amare” ci permette di parlare di temi che vanno alla radice del problema. Ci siamo adoperati per costruire assieme un percorso concreto di attività che coinvolga vari interlocutori in un’operazione complessa ma necessaria di sensibilizzazione che includa il mondo del lavoro e, dunque, la platea dei nostri dipendenti ma aprendoci anche grazie alla rete dei nostri punti vendita alla società civile».

Per Fondazione Giulia Cecchettin questa collaborazione è un’occasione per allargare lo spettro delle sue collaborazioni già in essere, avvicinandosi al mondo dell’impresa seppur particolare come è un’impresa cooperativa. Su tutto spicca la parola “prevenzione”, ovvero agire preventivamente costruendo progetti formativi, alimentando consapevolezza e sensibilità ad ampio raggio. Ad essere coinvolti nell’operazione, in prima istanza, i dipendenti di Coop e a seguire i soci e i consumatori negli oltre 2.200 punti vendita sul territorio nazionale, frequentati in media da nove milioni di persone ogni settimana.

Sostegno di Coop alla proposta di legge di iniziativa popolare “Diritto a stare bene”

«Diffondere una cultura contro la violenza di genere e agire in forma preventiva è fondamentale. Il dato agghiacciante del 2024 segnala 97 donne uccise da partner e familiari, una ogni 3,7 giorni», ha proseguito Maura Latini. «Non deve stupire nessuno che Coop si impegni in tal senso a fianco della Fondazione e che assieme al Comitato promotore sostenga la proposta di legge di iniziativa popolare “Diritto a stare bene” perché Coop è da sempre un soggetto collettivo in grado di coniugare logiche economiche e responsabilità sociale, in questo caso insieme a enti e soggetti collettivi che operano nei territori».

La presentazione del protocollo d’intesa è stata anche l’occasione per annunciare il sostegno alla raccolta di firme necessarie a presentare la proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione del servizio pubblico nazionale di psicologia (entro il 10 dicembre, obiettivo minimo 50mila adesioni). La campagna di sostegno “Diritto a stare bene” arriverà nei punti vendita Coop a ottobre e vedrà i soci Coop a fianco dei volontari del comitato promotore per raccogliere firme partendo dal presupposto che l’assistenza psicologica è un diritto. In particolare, la collaborazione nasce perché la proposta di legge contempla la necessità dell’educazione alle relazioni nelle scuole obbligatoria e permanente garantita dalla presenza dello psicologo.

Azioni concrete per una società più consapevole

«Io sono particolarmente emozionato, in giornate come queste vedo la concretezza di quella che era un’idea e che a me sembrava un’utopia», ha detto, appena ha preso la parola, Gino Cecchettin, presidente di Fondazione Giulia Cecchettin. «La collaborazione con Coop, che mi piace chiamare “alleanza”, per noi rappresenta un passo importante, significa portare la voce e l’impegno della Fondazione nei luoghi di vita quotidiana, frequentati da migliaia di persone. Prevenzione e sensibilizzazione non possono restare parole astratte: devono tradursi in esperienze concrete e in gesti simbolici che lascino un segno. Con questo spirito», ha proseguito, «avviamo la formazione per i dipendenti e condividiamo con soci e consumatori la campagna delle borse di tela con il disegno di Giulia. Solo attraverso alleanze ampie e trasversali possiamo costruire una società più consapevole, capace di riconoscere i segnali della violenza e di promuovere relazioni basate sul rispetto reciproco».

Una borsa disegnata da Giulia

Il protocollo contempla anche iniziative di sensibilizzazione rivolte a soci e consumatori. Senza libertà non è amore, senza rispetto non c’è libertà. È la frase scritta sulla borsa di tela che verrà diffusa il prossimo mese di novembre, che sarà dedicato a una campagna di comunicazione ad hoc per sostenere i progetti e le attività della Fondazione con la diffusione nelle cooperative di quasi 90mila borse di tela che riportano un disegno di Giulia, concesso dalla Fondazione, di cui parte del ricavato andrà a suo favore per sostenere ulteriori nuove attività.

Il progetto pilota a Padova

Il progetto pilota di formazione, in avvio il 30 settembre, ha come piazza Padova, la città dove Giulia studiava, e la provincia. Coinvolge circa 150 dipendenti che lavorano in cinque negozi dell’area padovana. «La prima a impegnarsi è Coop Alleanza 3.0 che insieme a Coop Reno copre con la propria rete quel territorio», ha spiegato Milco Traversa, direttore settore Politiche del lavoro e welfare Ancc-Coop (Associazione nazionale cooperative di consumatori). «L’obiettivo del percorso formativo è l’attivazione delle persone, sensibilizzandole e aiutandole a riconoscere segnali che possono essere premonitori di comportamenti violenti».

Sei moduli formativi

Nella formazione si parte da una indagine preliminare che ha lo scopo di chiamare i partecipanti ad una riflessione individuale sondando le loro conoscenze e percezioni sulla violenza di genere. Seguiranno altri cinque moduli in cui i formatori di Fondazione Giulia Cecchettin stimoleranno i partecipanti e dialogheranno con loro per diffondere una prima consapevolezza sul tema della violenza di genere, promuovere una cultura inclusiva, monitorare e segnalare eventuali criticità e imparare a riconoscere comportamenti inappropriati fino alle vere e proprie molestie. Il percorso formativo si articola in vari step di avanzamento progressivo. «Parte dallo studio del fenomeno per arrivare a studiare come riconoscere i comportamenti violenti e gli stereotipi», ha aggiunto Cecchettin. «Si faranno dei workshop per notare quando si sono osservati casi di violenza di genere. Nell’ultimo livello della formazione si diventa una sorta di “antenna” del fenomeno nella propria vita quotidiana».

Un “Manifesto contro la violenza di genere”

Il percorso di formazione che a breve inizierà a Padova è una sorta di test che servirà a costruire un modello replicabile e adattabile ad altre realtà cooperative fino a diventare un modello nazionale a disposizione di tutte le altre cooperative ma, grazie a Fondazione Giulia Cecchettin, anche a disposizione di altre realtà nei territori. Infatti, da qui prende vita anche la costruzione di un “Manifesto contro la violenza di genere”, frutto di un gruppo di lavoro partecipato del quale fa parte anche Coop e che sarà poi condiviso con qualsiasi altro ente, organismo, impresa voglia impegnarsi a tal proposito.

Foto Ansa/Fabio Cimaglia per Coop Italia, video dell’autrice

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