Non profit
Contro lo spreco con il “Buono che Avanza”
Una doggy-bag proposta dall'Associazione Cena dell'Amicizia ai ristoratori per diffondere la cultura del "non spreco"
di Redazione

Nei ristoranti del “Buono che Avanza” è di rigore la doggy-bag. In 20 ristoranti milanesi – mentre le adesioni aumentano ogni giorno – chi non vuole o non riesce a finire il proprio cibo e il proprio vino, è certo che la sua richiesta di portarlo a casa propria non solo sarà considerata legittima ma sarà anche gradita. Le 20 insegne milanesi – tra cui spiccano nomi prestigiosi come D’O e Joja – terranno a disposizione dei clienti pratici contenitori per il cibo e il vino eventualmente avanzato, da portar via e consumare nei giorni seguenti, come Michelle Obama insegna. Non solo. Questo semplice gesto sarà accompagnato da un volantino che spiega il valore e lo spirito dell’iniziativa. L’adesione all’iniziativa è libera e gratuita per ristoranti, trattorie e altri locali, ma anche per mense aziendali, catering e altre imprese di ristorazione.
Nei locali sarà affissa la locandina del “Buono che avanza” e nel menù o sui tavoli i clienti troveranno un volantino che spiega il progetto. “Il Buono che Avanza” è un progetto ideato e promosso dall’associazione di volontariato milanese Cena dell’Amicizia Onlus che da oltre 40 anni sostiene e reinserisce nella società le persone emarginate e senza dimora. La riflessione è nata dal fatto che in una città ricca come Milano, chi come Cena dell’Amicizia si occupa di persone che non hanno nulla sia spesso costretto – nonostante l’impegno di enti come il Banco Alimentare e altri – ad acquistare una importante parte del cibo. «Abbiamo promosso questa iniziativa per contribuire a diffondere una cultura del ‘non spreco’», spiega Massimo Acanfora, responsabile della comunicazione di Cena dell’Amicizia. «Perché è dall’impegno a fare in prima persona, per esempio nel volontariato, che nascono i grandi cambiamenti sociali ed economici e un nuovo modo, più solidale, di intendere la società».
È particolarmente significativo che il progetto “Il Buono che Avanza” sia patrocinato dall’assessorato alla Salute del Comune di Milano. «La nostra società induce bisogni e consumi eccessivi anche in campo, alimentare», dice Cornelia Pelletta, volontaria, giornalista, esperta di alimentazione e cuoca, «gli eccessi in campo alimentare sono alla base del sovrappeso e di molte patologie. Il Buono che Avanza educa a ‘limitarsi’ e a non sprecare, invitando a uno stile di vita non solo etico, ma anche salutare, per se stessi e anche per la spesa pubblica».
All’iniziativa fornisce un decisivo supporto anche Epam – Unione del Commercio di Milano, che ha chiesto ai propri affiliati di aderire, ricevendo una risposta entusiasta. Hanno aderito al progetto anche Slow Food Milano, Legambiente Lombardia e Comieco, oltre all’azienda biologica Alce Nero. La seconda fase del progetto, che inizierà la prossima estate, riguarderà direttamente le persone in difficoltà e consisterà nel mettere a disposizione dei ristoranti aderenti i riferimenti per destinare eventuali “avanzi” di fine giornata ad associazioni e reti di aiuto, nel rispetto delle leggi vigenti.
In allegato il logo del progetto “Il Buono che avanza”.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.