Non profit

Corchiano, il Comune-fontanella

Bengasi Battisti è il sindaco che ha inventato le Case dell'acqua

di Redazione

Nel 2010 ha vinto il premio per “Comune più virtuoso” d’Italia. Ha la raccolta differenziata all’80%, un sistema che trasforma l’olio di scarto in biocombustibile, ma soprattutto il paese di Corchiano, provincia di Viterbo, nel 2009 ha installato una delle prime Case dell’acqua. Da allora, almeno un migliaio di altre municipalità ha fatto altrettanto: «Sono venuti a decine da Campania, Veneto, Toscana per studiare il nostro modello e replicarlo», spiega Bengasi Battisti, ecosindaco di Corchiano dal 2006 e oggi coordinatore nazionale degli Enti locali per l’acqua bene comune.
Perché far nascere in paese una Casa dell’acqua pubblica?
Il motivo principale è stato quello di abbattere il consumo di plastica. Era il 2009, abbiamo chiesto ai cittadini una raccolta firme: su 4mila abitanti hanno firmato in 1.300, ma contando anche stranieri e minori, che non possono firmare, saremmo arrivati almeno al doppio. Ammetto che però il risultato più straordinario di questa iniziativa è giunto inaspettato: la fontana dell’acqua è diventata il luogo di incontro per eccellenza del paese. Si fa la coda, si è consapevoli della propria scelta, e si fa comunità attorno a un bene che appartiene a tutti i cittadini.
Come funziona una Casa dell’acqua?
È una struttura in cui viene predisposta una macchina che microfiltra l’acqua con battericidi, e consente di avere a disposizione due tipi di acqua che scendono dai rubinetti, quella naturale e quella resa frizzante dall’aggiunta di anidride carbonica.
Quanto costa a voi e ai cittadini l'”acqua del sindaco”?
All’azienda che gestisce lo spazio paghiamo 400 euro al mese tra costi di affitto e manutenzione. Ai cittadini chiediamo 5 centesimi di euro al litro, che servono a rientrare nelle spese e a promuovere la Bottega delle buone pratiche, ovvero una serie di progetti sociali sulla sostenibilità. Per ridurre quasi del tutto le bottiglie di plastica abbiamo coniato una nuova moneta, l’Ecoeuro, che permette di acquistare bottiglie di vetro a prezzo simbolico.
Non c’è nessuno che fa il furbo?
Assolutamente no. Ognuno ora ne prende quanto serve e non di più. Il ritorno è stato soprattutto in termini di relazioni umane e ora a tavola possiamo dire che, oltre a bere vino, stiamo bevendo anche la nostra acqua.

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