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Corno d’Africa, 3 milioni di bambini rischiano la vita

Unicef lancia un allarme per la malnutrizione e la scarsità di cure mediche. 14 milioni le vittime dell’emergenza

di Redazione

Nel Corno d’Africa 3 milioni di bambini sono in pericolo di vita per mancanza di cibo, acqua e cure mediche, vittime di un’emergenza complessa in cui oltre 14 milioni di persone risentono gravemente degli effetti concomitanti di siccità, conflitti armati, aumento dei prezzi alimentari e malnutrizione cronica..

«In questa fase critica c’è bisogno di una forte leadership politica nazionale e di un’immediata mobilitazione di fondi a livello internazionale: i rischi ora incombenti su bambini e famiglie sono immensi, e il tempo a disposizione per contrastarli si sta esaurendo», ha dichiarato Per Engebak, Direttore regionale dell’Unicef per l’Africa Orientale e Meridionale.

Gli effetti della siccità si sommano al più grave conflitto degli ultimi anni nella martoriata regione del Corno d’Africa, soprattutto nella Somalia centrale e meridionale e nella regione somala dell’Etiopia. La debolezza o incapacità dei governi impedisce una risposta efficace ai bisogni delle popolazioni e in alcuni casi ostacola persino gli aiuti.

In alcuni dei paesi più colpiti dalla siccità, negli ultimi 8 mesi i prezzi dei generi alimentari sono aumentati fino al 200%, rendendo impossibile per molte famiglie, e per le organizzazioni umanitarie, l’acquisto del grano. Inoltre, l’aumento del prezzo del carburante – dal 300 al 1.000% in Somalia – mette a rischio la distribuzione di acqua e cibo, anche per popolazioni che potrebbero essere raggiunte in sicurezza.

In Etiopia, dove 75.000 bambini hanno bisogno d’alimentazione terapeutica contro la malnutrizione, si teme che la popolazione colpita dalla crisi abbia ormai superato i 4,6 milioni. La produzione in Etiopia di Plumpy Nut, l’efficacissimo integratore alimentare per contrastare la malnutrizione acuta nei bambini, non è sufficiente e l’Unicef sta acquistando altre forniture sul mercato internazionale, ma servono fondi urgenti per coprire i costi.

In Somalia, il numero di persone che necessitano di aiuti d’emergenza è salito del 77% da gennaio, con un totale di 3,2 milioni di persone che hanno bisogno d’aiuto, mentre lo stato di insicurezza del porto di Mogadiscio, da cui passano l’80% degli aiuti per il paese, complica seriamente le operazioni di soccorso: l’Onu stima necessari 10 milioni di dollari per garantire la sicurezza in Somalia. Per ottobre l’Unicefprogramma una campagna sanitaria in Somalia per raggiungere 1,5 milioni di bambini con vaccinazioni antimorbillo e vitamina A.

Picchi di malnutrizione acuta nei bambini si registrano anche in alcune parti dell’Eritrea, mentre nella regione di Karamoja, in Uganda, 700.000 persone non hanno cibo a sufficienza; 7.500 bambini sono affetti da malnutrizione acuta e 35.000 da malnutrizione moderata: in alcuni distretti dell’Uganda i livelli di malnutrizione hanno superato la soglia d’emergenza del 15%.

In Kenya si stima che 1,34 milioni di persone siano in condizioni di insicurezza alimentare: 840.000 vivono nelle aree aride e semi-aride abitate da pastori nomadi, i restanti sono gli sfollati delle violenze politiche di inizio anno. Nelle aree settentrionali e orientali del Kenya colpite dalla siccità 95.000 tra bambini sotto i 5 anni, donne incinte o in allattamento sono malnutriti, dei quali 10.000 in modo grave.

La crisi attuale, nella sua complessità, non può essere affrontata solo con misure tampone ma richiede una mobilitazione urgente e di ampio respiro sia della comunità internazionale sia dei governi nazionali. Rispondere a questa sfida complessa è un imperativo umanitario, per l’oggi ma anche per dare un futuro diverso ai bambini e alle famiglie di questa regione del mondo.

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