Non profit

Cosa ci fa il Csi a Casa Italia?

A Londra il Centro sportivo italiano sigla un accordo con Expo 2015: si occuperà della selezione dei volontari e organizzerà eventi specifici sul tema sport e alimentazione

di Luca Corsolini

Guardi il calendario e Ti viene una gran malinconia: l’Italia, eccezion fatta per i Mondiali del 2014 del volley donne, e poco altro, restera’fuori per degli anni dal circuito dei grandi eventi. Vero e’ che lo sport non ha fatto molto per accreditare di se’ un’immagine diversa da quella che hanno lasciato gli ultimi eventi: sportivamente un successo, da Italia 90 ai Mondiali di nuoto, passando anche per i Giochi del Mediterraneo; quanto all’organizzazione, budget sforati, lavori non sempre limpidi, l’idea, diventata persino titoli per libro, che fosse se non tutto molto un magna magna ( e infatti non abbiamo incluso nell’elenco Torino2006 che e’stata invece un evento paradigmatico per la sua riuscita, che poi i Giochi costino molto e’una assoluta evidenza, ma senza quelli, per fare un esempio, non ci sarebbe oggi una metropolitana ultramoderna ).


Per questo lo sport dovra’aggrapparsi ad altro, e in questa ricerca di compagni di squadra almeno dovra’accettare la lezione di essere autoreferenziale.
Proprio a Londra, in una Casa Italia che si e’ rianimata dopo l’oro di Molmenti, ma in cui l’aria non e’certo da…Molmenti di Gloria, Expo 2015 e il Csi hanno presentato una loro intesa che riguarda l’evento milanese del 2015. D ’altra parte, proprio perche’parla di alimentazione, il tema dell’Expo e’la sfida tutta sportiva su cui si sta giocando il futuro del mondo. Ovvio, lo sport deve smetterla di pensare di essere e di dire di essere un risultato, dei numeri, e deve invece lavorare sui valori e presentarsi appunto come alimento per le nuove generazioni.


Il Csi, rappresentato a Londra dal presidente Massimo Achini (in foto),  che in effetti dopo la ri-elezione sembra persino piu’libero di affermare, nel suo secondo mandato, un’idea altra e alta dell’associazionismo sportivo, si impegnera’per Expo2015 nella selezione dei volontari costruendo così una base per l’evento. Poi organizzera’eventi specifici legati al tema, appunto, sport-alimentazione, garantendo alla struttura guidata da Giuseppe Sala, amministratore delegato di Expo 2015, non solo un partner affidabile ma anche un network persino internazionale di possibili interlocutori.


Londra, in questo senso piu’che in altri, perche’la questione biglietti sembra senza fine, innanzi tutto perche’impostata male, ha davvero tanto da insegnare. Sono partiti da Singapore nel 2005 quando hanno avuto l’incarico dal Cio e specialmente negli ultimi tre anni hanno organizzato eventi di ogni tipo per coinvolgere il Paese e l’Europa nella promozione dei valori olimpici. Il trucco e’stato quello di dare una sorta di certificazione agli eventi per come proposti dal territorio garantendo l’utilizzo dei cinque cerchi senza impegnare organizzazioni volontaristiche a pagare per l’utilizzo del marchio. Il ritorno c’è stato, pure se trattandosi di valori intangibili non e’perfettamente misurabile. Ma e’stato questo il primo investimento destinato a realizzare lo slogan Inspire a generation che, guarda caso, potrebbe essere pure quello di Milano 2015.

 

 


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