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Costa d’Avorio: agguato al premier Soro

Attacco contro l'aereo su cui viaggiava il premier ivoriano

di Redazione

L’aereo su cui viaggiava il primo ministro ivoriano, Guillaume Soro, e’ stato attaccato con razzi e armi automatiche mentre atterrava a Bouake. Tre persone sono morte e altre cinque sono state ferite, ma il premier e’ rimasto illeso. L’attacco assesta un altro colpo al fragile processo di pace in questo Paese diviso tra il nord controllato dai ribelli e il sud dai governativi. Soro e’ stato visto poi arrivare al quartier generale dei ribelli di Forze nuove, il movimento in cui sono confluite tutti gruppi armati che nel 2002 non riuscirono a rovesciare il presidente Laurent Gbagbo. Immediatamente dopo l’attacco, i ribelli hanno inviato rinforzi all’aeroporto.

Soro, ex leader guerrigliero, e’ stato nominato primo ministro in aprile, il mese seguente un accordo di pace. Ma alcune fazioni, proprio per quell’intesa, lo considerano un traditore. Non si esclude che l’attacco di oggi sia stato condotto proprio da quelle fazioni. La Francia, l’ex potenza coloniale che ha dispiegato oltre tremila militari al fianco dei ‘caschi blu’ dell’Onu per pattugliare una zona cuscinetto che separa il nord controllato dai ribelli, dal sud in mano ai governativi, ha immediatamente condannato l’attacco.

“La Francia condanna con grande fermezza questo attacco codardo e riafferma la propria solidarieta’ all’intera nazione e al popolo ivoriano”, si legge in una nota del ministro degli Esteri, Bernard Kouchner. Soro e’ arrivato a Bouake per presiedere la cerimonia di ripristino dell’apparato giudiziario. Con lui viaggiavano magistrati e rappresentanti del governo. E’ un passaggio chiave del processo teso alla riunificazione del Paese. Lo stesso Gbagbo e’ atteso a Bouake il 5 luglio per assistere a una cerimonia di disarmo insieme con il presidente sudafricano Thabo Mbeki, uno dei mediatori della lunga azione di riconciliazione.

L’ultimo accordo di pace, in ordine di tempo, firmato in Burkina Faso e’ “soltanto il primo passo nella giusta direzione”, che contribuisce ad allontanare lo spettro di una nuova guerra civile, si sottolinea in un rapporto presentato mercoledi’ scorso dall’osservatorio Icg (International Crisis Group), perche’ e’ ancora lunga la strada verso la pace. “Si tratta piu’ di un accordo tra due parti, che consente una scappatoia a tutela dei rispettivi interessi, che di un compromesso verso una pace duratura”. L’osservatorio, che a sede in Belgio, fa presente che Gbagbo si preoccupa di conservare il potere, mentre Soro “scalpita per avere un futuro politico una volta che il Paese sara’ riunificato”.

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