Non profit

CRISI ALIMENTARE. Lvia: no alla speculazione

Una ong denuncia le conseguenze nei Paesi in via di sviluppo

di Redazione

No alla speculazione sui prodotti alimentari. A dirlo è la Lvia di Cuneo, una ong che lavora in Africa da oltre 40 anni con programmi di sviluppo.

«Siamo di fronte ad un colossale paradosso: il miliardo di persone che oggi vive al di sotto della soglia della povertà e gli altri 4 miliardi che vivono nei paesi più poveri del mondo, semplicemente non possono più comprare i prodotti nei negozi e nei chioschetti delle città e dei villaggi» riporta la Lvia nel suo rapporto sulla sicurezza alimentare nei Paesi del Sud del Mondo (per leggerlo clicca Qui).

«Nell’ultimo mese, lo spettro della recessione mondiale ha preso forma e si è delineato chiaramente nella paura globale di piccoli e grandi risparmiatori» si legge in un comunicato. «In tutto il mondo, i cittadini hanno subito le ripercussioni della crisi finanziaria scatenata dai mutui subprime americani, ma adesso la situazione sembra volgere al miglioramento: i dati di questa settimana ci parlano di titoli al rialzo, la fiducia aumenta. Evidentemente piacciono ai mercati le misure governative dei piani americani ed europei salva-Borse e salva portafoglio».

«Se l’emergenza sembra rientrare in questa parte del mondo, le conseguenze della crisi globale rischiano invece di aggravarsi nel Sud del mondo. Il presidente della Banca Mondiale, Robert Zoellick è stato chiarissimo: «L’attuale crisi finanziaria farà salire il numero di persone che soffrono di malnutrizione: c’è il reale rischio che dalla crisi finanziaria si passi a una crisi umanitaria».
Gli esperti individuano la causa della crisi nella scarsa trasparenza delle transazioni in Borsa e nella speculazione aggressiva nel mercato dei derivati legati ai titoli, i cosiddetti hedge funds.
Si tratta della stessa bolla speculativa che a metà 2007 ha contribuito all’esplosione dei prezzi degli alimenti di prima necessità. I fondi speculativi influenzano pesantemente il settore agro-alimentare e ne determinano il prezzo, alzandolo in maniera artificiosa e distante dall’economia reale: con il prezzo del grano aumentato del 130%, il riso del 74%, la soia dell’87% e il mais del 53%, per un aumento generale dei prezzi alimentari pari al 48%, rivolte, manifestazioni e scioperi hanno percorso tutto il mondo, dall’Africa all’Asia, dall’Europa al Nord America, dove i nuovi impoveriti tutt’oggi faticano a sbarcare il lunario».

«Il 16 ottobre la comunità internazionale ha celebrato la Giornata Mondiale dell’Alimentazione. In questa occasione, Sandro Bobba, presidente dell’Associazione di Solidarietà a Cooperazione Internazionale Lvia di Cuneo, da più di 40 anni impegnata nella realizzazione di progetti di sviluppo in Africa, ricorda: «Da Occidente a Oriente, da Nord a Sud, “mangiare” sta diventando sempre più difficile e nei contesti più drammatici, dove la maggioranza delle famiglie vive in condizioni di povertà estrema, questa situazione rischia di affamare altre cento milioni di persone. I tre quarti della popolazione mondiale rischia la fame non a causa della carestia, ma del carovita. La Lvia vuole dire la sua a fronte di un sistema economico e finanziario mondiale che alimenta la povertà e che danneggia tutti i cittadini, nel Sud e nel Nord del mondo. Per questo, agiamo con strumenti di lobbying per una finanza che sia più etica e rispettosa dei diritti umani e nel Sud del mondo promuoviamo una produzione alimentare che limiti la dipendenza delle importazioni e rafforzi i contadini locali».

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